Quando Villa Castelli era un borgo fiabesco: una piccola Alberobello
Oggi facciamo un salto nel tempo, immaginando di dover camminare e di vivere nella Villa Castelli di fine 1700 e inizi 1800.
Decine e decine di trulli erano collocati nelle piazzette, larghi, vicoli e viuzze del piccolo borgo, un luogo molto semplice e povero, formato da piccole e caratteristiche abitazioni in pietra e tufo locale, dove potevano viverci anche 10 persone. Sembrava di essere catapultati in un mondo fiabesco o nel paese del noto cartone animato i “Puffi”.
Vi erano all’epoca più di cento coni. Nell’immagine di copertina si può notare notare il vecchio municipio con la torre dell’orologio, l’ex “borgo dei trulli” e anche il campanile barocco con la piccola cupola della “Chiesa Vecchia”. Si intravede anche il Calvario, il paesaggio è cambiato notevolmente.
Le vie adiacenti al Palazzo Ducale, all’epoca via Chiesa I e via Chiesa II, oggi rispettivamente via Municipio e via Dott. Vito Arcangelo Bellanova, erano circondate da trulli che racchiudevano la vecchia fortezza medievale.
Anche in Piazza Municipio e lungo Corso Vittorio Emanuele II c’erano dei trulli. In via Delle Rose, all’epoca via Masaniello, era come se ci trovassimo in una delle tante strade di Alberobello (BA).
Decine di coni, dai più piccoli ai più grandi, spuntavano da tutti i punti di questa celebre strada che scendeva fin dove è presente l’ex Istituto delle Suore Discepole di Gesù Eucaristico che in quegli era un giardino, come si evince da uno statto del 1910.
Andando oltre, in altri vicoletti, sbucavano dal nulla altri coni bianchi o con le tipiche chiancarelle in pietra lavorate tutte a mano dai bravissimi maestri trullari, oggi quasi scomparsi.
Da queste meravigliose ambientazioni hanno preso spunto per la realizzazione della serie “Trulli Tales” della Disney.
In via Fratelli Bandiera è ancora presente una tipologia di Trullo Sovrano come quello della città di Alberobello, solo che è trapezoidale e non conico, conosciuto come lu “caseddon” . Altra costruzione importante e imponente, è un trullo formato da ben quattro coni sormontati da croci e un giardino, situato nel cuore del Centro Storico e nel nucleo originario di Villa Castelli.
Il trullo più antico del nostro territorio è sito in Contrada Montescotano e risale al 1750. Anche dove è collocato il Palazzo in cui è vissuto l’Arciprete Giuseppe Caliandro, Piazza Municipio angolo Corso, lì era presente un trullo della famiglia Montepe, quasi certamente prima del 1885.
In via Rupe Tarpea, via Battaglia, via Cosimo Caliandro e in alcuni punti del Corso Vittorio Emanuele II c’erano altri trulli e altre abitazioni tipiche della Valle d’Itria come le famose “cummerse” di Locorotondo (BA).
Andando oltre il centro abitato, unico e secondo ad Alberobello per numero di trulli, nelle zone rurali più vicine al paese, erano presenti dei veri e propri rioni, come nella località Belvedere, ex Contrada Lizzito (oggi zona mercatale), Contrada Barcari, Contrada Parpullo…
Nel dopoguerra, con l’arrivo del boom economico degli ‘anni 50 e ’60, la maggior parte dei coni eretti nel centro abitato, fu demolito per far spazio a grandi abitazioni in cemento e che non hanno niente a che vedere con il contesto storico. Sarebbero potuti essere una nostra ricchezza come lo è stato per Alberobello, dove sono stati capaci di conservare e preservare ciò che i propri antenati hanno lasciato. Dal 1996 la zona dei trulli della città di Alberobello è Patrimonio Unesco, candidata a Capitale Italiana della Cultura nel 2027 assieme a Noci, Polignano a Mare e Castellana Grotte. In tutto ciò, nel centro urbano sono rimasti circa una decina di esemplari, il resto dei trulli in stato di abbandono o che negli ultimi anni sono interessati da un notevole lavori di recupero e restauro, si trova in tutto il territorio comunale di Villa Castelli.
Anche se ne sono rimasti pochissimi, quando vengono i turisti e visitano la città, rimangono sbalorditi e meravigliati dalla storia dei nostri trulli, figuriamoci se non fossero stati rasi al suolo, saremmo stati la concorrenza di Alberobello…
Non sarebbe male proporre un gemellaggio fra i due comuni, Villa Castelli ed Alberobello.
D’altronde, nel 1793, quando il Duca di Monteiasi stipulò i primi contratti di enfiteusi, anche molti cittadini di Locorotondo, Cisternino e della Valle d’Itria, furono interessati e iniziarono a popolare la località le “Casedde”, Li Castelli, poi divenuta Monte Castello e infine con il toponimo odierno.
Queste foto d’epoca sono esposte dal 2012 nel Museo Archeologico di Villa Castelli e concesse dal Prof. Michele Ciracì – Fototeca Ciracì Ceglie Messapica (BR).
L’autore degli scatti dovrebbe essere un certo Campanella. Non sono fotomontaggi, è così che si presentava il nostro paese nei secoli scorsi.
Peccato l’idea di quello di distruggere un patrimonio dell’UNESCO oggi per far posto al cemento.
Gente ignorante a quie tempi non capivano il bene economico di oggi.
Politica speculativa.
Un vero peccato! Ci ripenso sempre…
Sempre Villa Castelli, ha avuto sempre tante opportunità ma non tutte sono state sfruttate.