La storica scuola elementare a forma di M di Mussolini in Piazza Ostilio è stata restaurata: a 90 anni dalla sua costruzione
Il primo edificio della scuola elementare: Piazza Ostillio
Nonostante gli sforzi in regime di recente autonomia da parte del Podestà R. Ostillio, risultava ancora non sufficiente adeguata l’istruzione a Villa Castelli, anche se qualche passo avanti era stato fatto. Urgeva affrontare seriamente il problema della sede poiché i locali risultavano insufficienti e poco idonei a contenere quei bambini sottratti alla strada che via via aumentavano di numero. Nel 1927 si cominciò a pensare alla costruzione di un edificio scolastico e si doveva scegliere l’area idonea. Ci furono varie proposte:
1) Un’area sita in prossimità della Piazza attigua alla casa del Parroco, Don Giuseppe Caliandro (1865-1952). I terreni eventualmente da espropriare erano di proprietà del Sig. Angelo Caliandro, Maria Addolorata Caliandro e Raffaela Monpelier.
2) L’area della terrazza sovrastante il Palazzo comunale (forse presa in esame per economizzare sull’acquisto del suolo, ma subito esclusa per motivi strutturali e funzionali).
3) Un’area in zona Parpullo (forse nei pressi dell’ex macello, ora Via Pascoli) terreno di proprietà di D’Urso Vito Cataldo, inaccettabile per la sua “eccentricità”, ovvero per la posizione periferica rispetto al centro urbano.
4) Altra zona presa in considerazione fu quella sotto l’ex Via Parco Puledri (ora via Kennedy) in direzione sud i cui terreni erano di proprietà dei fratelli D’Urso, cessionari tra ‘800 e ‘900 a vario titolo anche del suolo vicino alla Chiesa Madre (successivamente fu solo progettato persino il campo sportivo del Littorio). V. Odonomastica di Villa Castelli di Nicola Cavallo, 2008.
La commissione formata da un delegato del Ministero della Pubblica Istruzione, Sig. Vincenzo Castrilli, da un medico provinciale, Sig. Nicola Tecce, dall’ingegnere del Genio Civile, Sig. Giovanni Marciano, e dall’ispettore scolastico cav. Raffaele Valletta, recatasi in sopralluogo il 21 febbraio 1927, ritenne più idonee due aree: l’area attigua alla Piazza Municipio e quella in via Parco Puledri, ma lasciò al Podestà la scelta definitiva. Tuttavia nessuna di queste proposte fu accettata. Nel 1929 fu affidato all’ing. Francesco Salerno la progettazione dell’edificio con un acconto di … 3.000 (Del. n. 210 del 27 luglio 1929), progetto approvato con Decreto ministeriale il 30 novembre 1932 e con delibera comunale n. 198 del 4 ottobre 1932 per un importo di ₤ 919.800,08, per la quale somma nel 1934 il Comune chiese ed ottenne un prestito dalla Cassa Depositi e Prestiti (Del. n. 19 del 13 gennaio 1934).
In base a tali decreti e alla disponibilità della somma, il Podestà tenne in appalto i lavori alla ditta Neglia Giuseppe di Villa Castelli, lavori che però non ebbero immediato avvio per le divergenze sorte in merito alla nuova area prescelta in contrada Lizzito.
La Torre con l’orologio.
Nel 1933 la direzione dei lavori fu affidata all’Ing. Antonio Cafiero con un compenso del 3,25 % sull’importo dei lavori. Egli apportò sostanziali modifiche al progetto inziale nella pianta e nei prospetti, forse dietro suggerimento del podestà a cui evidentemente non era piaciuto quello originario dell’Ing. Salerno, di stile primo Novecento, variato poi in forme architettoniche decisamente consone al nuovo stile del Regime (Del. n. 361 del 16 dicembre 1933).
Nel marzo del 1934 un’altra commissione tecnica effettuò un sopralluogo e finalmente si decise di accettare l’area prescelta in contrada Lizzito, prima ritenuta non idonea perché interrotta dal solco naturale detto gravina; decidendo di ovviare con la costruzione del viadotto detto poi dell’Impero a opera compiuta. Presso il Genio Civile di Brindisi, mentre si rinviene il carteggio del primo progetto con pianta squadrata secondo lo stereotipo del cosiddetto stile Novecento, non c’è traccia della variante esecutiva, neppure negli archivi comunali (domnatio memotiae?). Rilievi della pianta furono eseguiti da tale Petrachi e poi da A. Cavallo (1919-2011). Documenti rinvenuti all’Archivio di Stato di Brindisi. Analogo è il caso del ponte detto Viadotto dell’Impero. Così finalmente iniziarono nel 1934 i lavori di costruzione dell’edificio scolastico, ma nel corso dell’anno continuarono a subire varianti non solo nel progetto, ma anche nella planimetria come si evince da una delibera n. 365 del 1 dicembre 1934 con cui viene corrisposta una parcella di ₤ 38.000 all’ing. Salerno per progetto e varianti. La pianta dell’edificio fu impostata in modo da formare una M, lettera iniziale del cognome del duce Mussolini. La facciata fu divisa in 3 parti: una centrale lunga 12 metri e due laterali semicircolari dal diametro di 9 m. La costruzione risultò formata da un pianoterra e da un primo piano, disponendo di palestra, di giardino interno, di 15 aule luminose che si aprono su corridoi ampi 3 metri. I lavori in corso d’opera subirono, intralci e rallentamenti per cause di natura ma anche logistica e molte furono le proroghe concesse all’appaltatore Giuseppe Neglia. Nel 1935 con la Del. n. 349 del 9 novembre 1935 fu approvata una perizia suppletiva per la sistemazione del cortile, delle vie laterali al piazzale per il refettorio, la cucina, per l’impianto idrico ed elettrico, per le suppellettili e l’importo fu di ₤ 175.416,20 soggetto a ribasso d’asta del 27,7 % ridotto a ₤ 140.132,20. Deceduto nel 1935 l’ing Cafieri (ai cui eredi verrà corrisposto nel 1936 l’onorario di ₤ 23.000 sui 27.740 richiesti), fu nominato un nuovo direttore dei lavori l’ingegnere Giovanni Romeo di Brindisi (Del. n. 350 del 16 novembre 1935). Essendo l’edificio quasi ultimato, si provvide a documentare fotograficamente le opere dando incarico al cav. Dante Cappello di Brindisi per la somma di ₤ 500 (Del. n. 369 del 7 novembre 1936). Fu anche nominato un custode nella persona del mutilato di guerra, Ciracì Giovanni fu Alfonso (Del. n. 384 del 5 novembre 1936) che fu sostituito nel 1937 da un altro mutilato, Conserva Francesco fu Giuseppe, per un solo anno 1937-1938, con un salario di ₤ 100 al mese lordo, in seguito riconfermato come custode-bidello. Finalmente nel 1938 ci fu il collaudo alla presenza dell’Ing. Pasca Riccardo incaricato dal Ministero dei Lavori Pubblici (Del. n. 27 del 14 maggio 1938).
L’edificio intanto aveva già cominciato a funzionare da quasi tre anni sotto la direzione del professor Pasquale Altavilla di Francavilla Fontana che aveva pure dato il parere sulla scelta del sito per l’edificio, ricevendo un compenso di ₤ 99,35 (Del. n. 262 del 21 luglio 1934), con 5 insegnanti: Maria Palazzo di Villa Castelli, Antonio Felle di Villa Castelli, Giordano Gioia di Ceglie Messapica (1888-1966), Beatrice Stranieri di Francavilla (1869-1958), a cui se ne aggiunsero altri provenienti dai paesi vicini. L’edificio fu usato come scuola per tutto il 1939, ma essendo scoppiata la seconda guerra mondiale, (appena ultimato e collaudato 1938) fu requisito dalle autorità militari per alloggiare i carabinieri e altri reparti militari in servizio di vigilanza (Del. n. 96 del 5 agosto 1940 e Del. n. 43 del 18 maggio 1943). Nel 1943 venne requisito dal 68° Reggimento Fanteria “Legnano” al comando del colonnello Giuseppe Caputo, il quale segnalò la necessità di rimettere in efficienza i servizi e i locali danneggiati dai precedenti occupanti, e inoltre chiese al nuovo podestà Vito Santoro (ex maresciallo C.C.) di fornire un alloggio per cinque ufficiali. Il Podestà fece pervenire al capitano Arturo Mattei, mediante il vigile urbano Giuseppe Antelmi, suo rappresentante, l’atto di consegna dell’intero edificio nelle reali condizioni con l’inventario, dei danni, dichiarando per altro di aver fatto richiesta all’ufficio prov. Dell’economia di Brindisi per la fornitura di molti vetri per riparare le finestre.
Nel 1944 le truppe di stanza a Villa Castelli cominciarono a sgomberare l’edificio e così si prospettò la possibilità di ripristinare i locali per riattivare le funzioni naturali, come risulta dalla richiesta del Direttore Didattico Pasquale Altavilla di Francavilla Fontana. Il Podestà o meglio il commissario prefettizio (nuova denominazione del Capo dei Comuni) in una lettera in data 7 settembre 1944 al Prefetto di Brindisi, dichiara che l’edificio potrebbe tornare in uso della scuola sia pure con alcune limitazioni per i danni arrecati dalle truppe straniere e italiane; ma era tutto in forse perché una Commissione di ufficiali l’aveva ritenuto idoneo per l’accoglienza di ufficiali italiani reduci dalla prigionia. Con una successiva missiva datata 29 settembre 1944 al Prefetto, il Commissario prefettizio A. Neglia informa invece che l’edificio scolastico finalmente era libero e che per il prossimo anno la scuola avrebbe potuto funzionare regolarmente. Dal 1945, dopo aver riportato parte dei danni per cui furono spese ₤ 19.996 (Del. n. 52 del 23 luglio 1945), l’attività scolastica riprese normalmente.
In questi punti erano raffigurati i Fasci Littori.
Nel 1953 la Scuola elementare fu dotata anche di refezione per il cui servizio il Comune spese ₤ 23.521 (Del. n. 27 del 6 dicembre 1953) e fu dotata di 20 crocifissi acquistati con una spesa di ₤ 13.400 dalla Ditta Montanile di Brindisi (Del. n. 217 del 23 novembre 1953). Il Direttore riprese anche ad incrementare il Centro di Lettura per favorire l’acculturamento della popolazione e il comune impegnò circa ₤ 48.000 (Del. n. 11 del 23 gennaio 1954). Il 1954 fu un anno di altri interventi per riparazioni: sostituzioni di infissi, adeguamenti igienici, riparazioni all’orologio: ₤ 40.000 a Prettico Giuseppe di San Giorgio, adeguamento dell’impianto elettrico della Ditta Danese Giovanni (Del. n. 224 del 1 dicembre 1954; Del. n. 242 del 13 dicembre 1954; Del. n. 20 del 19 gennaio 1950). Nel 1955 entrò in ruolo il bidello Conserva Francesco (Del. n. 79 del 20 aprile 1955). La popolazione scolastica era in aumento e fu necessario l’acquisto di altri 90 banchi costati ₤ 171.000 (Del. n. 128 del 28 giugno 1955); furono acquistate nuove carte geografiche “Palestrina” (Del. n. 77 e n. 34 del 1956). Nello stesso anno il dirigente scolastico richiese l’aggiunta di tre donne per la pulizia (Del. n. 232 del 22 gennaio 1956). Proprio allora avvenne che il custode bidello Conserva Francesco fu deferito alla Commissione provinciale disciplinare per non aver sufficientemente ottemperato ai suoi doveri presumibilmente impegnato in altri lavoretti personali…
In seguito fu scagionato da ogni accusa!
Finalmente il plesso scolastico “Don Lorenzo Milani” sito in Piazza Cav. Raffaele Ostilio torna a splendere, dopo anni in stato di degrado…
Buon anno scolastico a tutti i bambini e ragazzi che fra qualche settimana rientreranno nelle loro aule!
L’Istruzione a Villa Castelli fino all’autonomia del 1926
Se disastrosa era nel periodo preunitario la situazione culturale in tutto il Meridione d’Italia, lo era ancora di più nel piccolo borgo rurale di Villa Castelli che risultava frazione piuttosto trascurata di Francavilla Fontana e dove per giunta erano parecchie le famiglie che vivevano sparse nelle campagne (comunità di coloni provenienti dai paesi vicini).
Gli indici di analfabetismo erano elevati per la diffusa convinzione che l’istruzione fosse dannosa e inutile, come di consueto, più per le donne che per gli uomini. Francavilla Fontana, comune capoluogo nel sec. XIX si disinteressava del problema dell’istruzione per cui gli abitanti dovettero lottare a lungo per poter ottenere qualche insegnante, per quella frazione.
Quei pochi che volevano istruirsi erano costretti a ricorrere a insegnanti privati o recarsi a Francavilla, non collegata da alcun mezzo di trasporto con evidente notevole disagio. A Francavilla, nel primo decennio del secolo XIX l’istruzione era affidata esclusivamente ai religiosi, come del resto in molte altre parti d’Italia, e precisamente ai Padri Scolopi, che impartivano lezioni di filosofia e Scuola di umanità inferiore considerata secondaria. Mancava ancora la vera e propria scuola primaria per la grande massa della popolazione dedita soprattutto al settore agricolo e manifatturiero. Pertanto nel 1856, l’ispettore scolastico distrettuale di Brindisi, Arcidiacono Giovanni Tarantini (1805-1809), segnalò la necessità di istituirla anche per ovviare all’abusivismo praticato da alcuni maestri locali che tenevano lezioni private, ne indicò alcuni tra i quali c’era il sacerdote Pasquale Ciciriello (1817- … Ceglie Messapica), fu Giuseppe, che impartiva lezioni nella frazione di Villa Castelli dove risiedeva.
Nell’anno successivo 1857, il sindaco di Francavilla, in seguito alla richiesta del Sottintendente, chiese di nominare una terna di maestri per Villa Castelli al Decurionato, che nominò come commissari gli avvocati Alessandro Stranieri e Luigi Maggiulli (Muro Leccese, 1828-1914) per verificare la situazione. In seguito ai risultati di quella indagine, il Decurionato, tenendo conto dell’art. 226 della legge del 1816, non ritenne idonea la comunità a ricevere un maestro, visto che in tale legge non erano previsti i piccoli villaggi, ma anche perché la popolazione era ancora dispersa nelle campagne, giudicando invece sufficiente l’istruzione morale gestita dal Parroco che riceveva per tale incarico 60 ducati annui dal Comune, quota ritenuta insufficiente. L’anno successivo, 1858 il 13 agosto fu di nuovo segnalata la mancanza di una persona istruita che potesse svolgere il ruolo di maestro. Le autorità constatarono una certa disponibilità del sacerdote Pasquale Ciciriello definito un agreste ecclesiastico e gli conferirono la nomina, previo conseguimento di cedola di belle lettere. Questi però temporeggiò nell’accettare l’incarico, adducendo svariati pretesti. Nel 1866, per la somma di lire 102 annue, fu deliberato dalla Giunta Comunale di Francavilla, il pagamento del servizio scolastico a Carlo Attanasi, che in qualità di applicato di segreteria, già insegnava nella frazione di Villa Castelli. Ancora nel 1868 si tentò di istituire regolari corsi di studi per scuole elementari e femminili, ma, a causa del lavoro nei campi cui erano destinati i minori a partire dai sei anni, vi era sempre dispersione scolastica. Comunque, per le continue pressioni, il Provveditore scolastico votò per la nomina di una maestra per quell’anno e il Consiglio comunale di Francavilla dovette istituire una classe elementare mista nominando quale insegnante la sig.ra Addolorata Chieti di Salvatore, il 5 novembre 1868, e diede disposizione per il trasporto da Francavilla degli arredi scolastici necessari di tutta la mobilia, con una spesa di lire 25. Nel 1872, avendo la popolazione del borgo (Dal censimento del 1871 la frazione detta “Li Castelli” contava 116 fuochi cioè 580 abitanti. Nel 1830 il borgo fu chiamato Villa Castelli) raggiunto il numero di 1500 abitanti fu dimessa l’unica classe mista, e istituita la formazione di due classi distinte per sesso; furono pertanto nominati due maestri: Francesco Ligorio e Addolorata Chieti, con la retribuzione di ₤ 500 annuali. Ricevevano ₤ 85 per gli insegnanti che potevano svolgere anche lezioni serali.
Nel 1874 si avvicendarono i maestri Carmine Perugino e Filomena Perugino, fratello e sorella con uguale stipendio.
Per gli anni scolastici 1875-1877 fu nominato maestro Francesco Ligorio per la classe maschile con uno stipendio di ₤ 500; per la classe femminile fu designata la signora Angela Morandi che, però, poco dopo fu accusata di comportamenti personali poco ortodossi e non confacenti con la moralità della piccola borgata; fu sostiuita da una nuova maestra, Marietta Villani, per l’anno scolastico 1876-1877, con stipendio di ₤ 605. Mentre al suo collega spettava uno stipendio di ₤ 770 annui.
Dimessasi nel maggio del 1879 la sig.na Marietta Villani, fu nominata fino alla fine dell’anno scolastico Elisa Pizzi (1851-1946) di Settimio che fu riconfermata per l’anno successivo 1880 insieme al maestro Pietro Sarli di Francesco. Nel 1881 subentrò la sig.ra Consiglia Panarese; nel 1882 il maestro Emanuele Calabrese di Francesco, il quale denunciò l’inadeguatezza dei locali scolastici in quanto umidi e poco salubri e con una scala insicura e pericolosa. In seguito a questa denuncia fu stanziata la somma di ₤ 30 per pagare la pigione di un locale (è probabile che si tratti dello stabile di proprietà della famiglia Caliandro Spina, sito in via Fonthon, poi via Marconi angolo via Roma) adattato, per l’anno scolastico 1881 e di ₤ 85 per il 1882 a Tobiolo Pietro Sarli, nuovo maestro. Nel 1883 furono riconfermati come maestri Consiglia Panarese e Pietro Sarli. Nel 1885 il Regio Ispettore del Circondario, nella sua annuale ispezione, rilevò che nella scuola unica maschile non era costante la frequenza da parte degli alunni, perché impegnati nei lavori campestri stagionali fin dal mese di maggio.
Per questo si pensò di sostituire il corso annuale con uno semestrale e nel secondo semestre anche con la frequenza domenicale, giorno di riposo e festivo, senza nessun aggravio per il Comune.
In quello stesso anno 1885 si dimise da direttore, per ragioni di età e di salute, il sacerdote Giuseppe de Quarto che aveva diretto la scuola per dodici anni. A lui successe il sacerdote Vincenzo Forleo fu Francesco, sostituto poco dopo, per sue dimissioni, da Lorenzo de Quarto, ex scolopio. Nonostante le denunce, fatte dal maestro curatore, col passare degli anni, la situazione dei locali adibiti a scuola non migliorò. Nel 1887 furono rimborsate ₤ 110 al prof. Emanuele Calabrese che aveva fatto fare alcune riparazioni ai locali scolastici, ma avendo i nuovi lavori provocato ulteriore umidità agli ambienti che non si dimostravano più idonei a ospitare i bambini, fu preso in affitto un altro locale di proprietà di Giuseppe Strada (cui fu intestata una strada nel centro urbano), di Francesco per un’anno, a ₤ 110 annue.
Nel 1887 dalla delibera n. 49 del comune di Francavilla Fontana risulta che la giunta, su proposta del Sindaco, stabilì di destinare alcuni locali a pianterreno dell’attuale Palazzo Municipale di Villa Castelli, alla scuola elementare maschile e all’abitazione del maestro, eliminando così le spese di affitto dei locali. Tale destinazione però fu realizzata solo nel 1892. Nello stesso anno si rese vacante la cattedra, poiché il maestro Calabrese aveva preso il posto di Francesco Ligorio deceduto a Francavilla Fontana. Fu allora bandito un concorso per la nomina di maestro con uno stipendio annuo di ₤ 750 e alloggio gratuito nel palazzo municipale. Due furono i concorrenti: Eduardo Meo e Beniamino D’Ecclesis; il primo rinunciò, pur avendo avuto la nomina, preferendo la sede di Laterza. Pertanto, il consiglio comunale rimise al Regio Provveditore agli Studi l’incarico di provvedere al posto di insegnante per Villa Castelli. Intanto era stata istituita una classe di scuola rurale maschile e nel 1888 fu nominato quale insegnante Leonardo Valente. Nel 1889 si dimisero i due maestri Giuseppe Cascione, sfornito di patente e Consiglia Panarese, per cui fu bandito un nuovo concorso per l’anno scolastico 1889-1890.
Però le condizioni ambientali e sociali della frazione, in questo periodo, erano sempre più critiche e ancor di più per l’istruzione, così come denuncia un articolo del giornale L’amico del popolo del 11 maggio 1890 n. 13 p. 3.
Nel 1890 il C.C. Nominò come maestri elementari a Villa Castelli i coniugi Carmelo Quarta di anni 31 di Ginosa e Concetta Gazzetta di anni 25 di Fragagnano che nel 1891 rinunciarono al posto poiché poco graditi alla comunità del villaggio e furono sostituiti dai maestri Vincenzo Barletta fu Angelo e Maria Antonietta Pizzi di Settimio col beneficio di usare alcuni locali dell’attuale Municipio come abitazioni. Finalmente nel 1892 si decise di attuare la delibera del 1887 n. 49 e di collocare le scuole nel palazzo municipale in due locali per le due classi distinte per sesso. Fu aperta anche nel 1894 una sezione di scuola serale per adulti nella borgata e l’incarico fu affidato a Francesco Carlucci fu Cataldo, sottoufficiale dell’esercito in congedo illimitato nel suo paese di origine (in precedenza aveva insegnato nell’anno 1898 al liceo di Francavilla).
Nel 1899 fu rilasciato dal C.C. L’attestato di lodevole servizio e la nomina a vita dall’insegnante di scuola elementare femminile Maria Antonietta Pizzi (1864-1943), anche se nominata senza regolare consenso; ma la stessa risulta licenziata per fine di convenzione il 12 aprile 1901 dalla Giunta Comunale. Il 3 febbraio del 1903 la stessa Giunta riaffidò la classe della scuola serale per adulti all’insegnante Francesco Carlucci (1868-1918) riconfermato per gli anni dal 1906 al 1909. Nella stessa seduta fu deliberato il pagamento di ₤ 150 a Giuseppe Sardiello direttore didattico di Francavilla Fontana per idennità di trasferta nella frazione, dove si era recato 34 volte per visite di controllo ed esami nell’anno scolastico 1905-1906.
Per l’anno sabatico 1904-1905 fu istituita una classe mista affidata alla maestra Maria Balestra con sede in un locale di proprietà di Giovanni Bellanova al quale fu corrisposta la somma di ₤ 12 per fitto dal 22 novembre 1904 al 22 gennaio 1905. Il 6 maggio 1907 fu nominata insegnante provvisoria la sig.ra Rizzo Rosa della giunta municipale del 30 ottobre 1906 n. 416. Tale nomina fu approvata dal Consiglio Scolastico il 27 dicembre 1906 n. 416, Nel 1908 subentrò come supplente, all’insegnante Maria Balestra assentatasi per motivi di salute, e per la durata di mesi sei (dal 20 gennaio al 20 luglio), l’insegnante Cesare Teofilato assentatosi per quindici giorni per gli esami di patente normale a Bari, fu sostituito dalla maestra Rosa Rizzo (8 giugno 1908), la quale nel 1909 sostituì Luigi Salerno a Francavilla Fontana poiché collocato a riposo. Pertanto la Rizzo dovette abbandonare la sede di Villa Castelli. Nel 1909 il consigliere Generoso Iurlaro si oppose a una gratificazione per la maestra Balestra, insegnante a Villa Castelli perché aveva presentato un certificato di inesistente malattia e indisposizione, se ne stette a diporto per le vie di Francavilla un intero anno scolastico. Riferendosi probabilmente ai sei mesi di assenza da scuola per motivi di salute nel 1908. Ma tale gratificazione le fu poi data nel 1915 con ₤ 85. L’otto settembre del 1909 Maria Balestra fu trasferita a Francavilla Fontana e a lei subentrò nella scuola di Villa Castelli la Sig.ra Giovanna De Vita di Giuseppe, di Carovigno con nomina del Consiglio Comunale (09-09-1909) per il triennio (1909-1912) con lo stipendio minimo legale (scuola mista) di ₤ 950.
Il 2 dicembre 1909 la Giunta comunale deliberò di trasferire la maestra Beatrice Stranieri dalla scuola rurale maschile di grado inferiore della frazione di Villa Castelli alla classe rurale femminile di grado inferiore dalla medesima frazione. A sostituirla fu allora l’insegnante Luigi Ricci di Vitantonio di Ceglie Messapica che rinunciò e al suo posto venne nominato Vitantonio Tamburrini di Giovanni, di Ostuni. L’anno successivo, 1910, la Giunta deliberò di pagare a tale Pietro Semeraro fu Giacomo la somma di ₤ 63 per fitto di una casa in Villa Castelli (forse in Via Roma) da adibire a scuola serale. In questo stesso anno intanto, si comincia a prospettare l’idea della costruzione di un edificio scolastico: infatti il 17 agosto 1910 il consiglio comunale deliberò a voti unanimi di scegliere la frazione di Villa Castelli, la località che è proprietà di certo Morea ed altri che porta sul pendio della collina lungo la provinciale Ceglie – Villa Castelli – Francavilla con esposizione a Sud-Ovest, in conformità della relazione del R. Provveditore agli Studi della provincia in data 8 dicembre 1909.
A tale proposito si legge sul Corriere scolastico “L’ape francavillese” di C Teofilato: Giorni or sono è venuto tra noi il Provveditore agli Studi Cav. Maierotti allo scopo di sollecitare presso l’ufficio municipale la pratica riflettente la costruzione dei nuovi edifici scolastici che dovranno sorgere qui e nella vicina Villa Castelli. La delibera del 1910 non ebbe seguito visto che in quella zona un edificio scolastico fu costruito dopo l’autonomia a est della Gravina e un altro nelle vicinanze, in contrada Belvedere negli anni 60. Intanto i maestri continuarono ad alternarsi: il 17 settembre 1910 fu nominato dal C.C. Vito Caroli come maestro delle scuole elementari maschili rurali, riconfermato nella seduta del 11 ottobre in base alla nuova graduatoria del C.S.P. Del 27 settembre 1910. Dalla delibera di giunta comunale del 14 febbraio 1911 risulta il pagamento al Duca Giuseppe Capece Minutolo la somma di ₤ 120 per fitto di una casa in Villa Castelli di quattro vani a piano superiore per uso di quelle scuole elementari: evidentemente i locali del palazzo municipale adibiti a scuola non erano allora sufficienti a contenere tutti gli scolari. Nel 1911 era insegnante in una classe di quarta elementare il sacerdote Vito Caroli a cui fu corrisposta la somma di ₤ 320 come risulta dalla delibera della G.C. Del 1 ottobre 1911, questi nell’anno successivo fu trasferito alle scuole del capoluogo e al suo posto fu nominato, il 21 novembre 1912. Rosario Carrieri di Tommaso per l’anno scolastico 1912-1913, a cui si aggiunse un altro maestro, P. Francesco Bungaro per l’anno scolastico 1913-14 con delibera del 23 settembre 1913.
Nel 1914 la popolazione del borgo aveva raggiunto 3000 abitanti e pare che in quell’anno funzionasse una prima classe elementare con 79 alunni di cui ¼ si ritirò nel corso dell’anno per le consuete esigenze familiari visto che anche da piccoli, i figli dovevano contribuire al lavoro nei campi. Il primo conflitto mondiale (1914-18) creò problemi notevoli e per la scuola una fase di scarsissima vitalità avara di notizie. Funzionavano le prime tre classi di scuola elementare. I quadri statistici degli alunni obbligati riportano la firma del segretario comunale Formosi. Finita la guerra cominciò la ripresa lenta e difficile: nel 1922 ci fu una richiesta di 24 banchi a 2 posti. Ciò dimostra che la popolazione scolastica riprendeva la sua attività.
Foto dell’interno, lavori effettuati nel 2018/2019 circa.
Lo stato in cui versava prima.
La scuola post autonomia (11.2.1926)
Intanto con Reggio Decreto n. 308, fu ottenuta l’autonomia comunale. Nel tempo dell’Istruzione, l’avvento del fascismo portò cambiamenti rivoluzionari a livello nazionale e locale. L’intento era quello di preparare e migliorare le nuove generazioni sia dal lato fisico che culturale per debellare l’analfabetismo imperante in gran parte della nazione. Si diffuse l’idea di dover annullare i dialetti (ad eccezione di quelli di area metropolitana e già diffusi all’estero, come ad esempio il napoletano) per diffondere e affermare la lingua italiana anche come elemento unificante della nazione, cosa che sarà favorita più tardi dall’avvento della radio e della tv. Nella retorica di regime furono creati nuovi slogan, emblemi, simboli, motti per invogliare grandi e piccoli. Tutti gli addetti al settore culturale si adoperarono a inviare sollecitazioni ai comuni, ai direttori e agli insegnanti per affrontare seriamente il problema dell’istruzione.
A Villa Castelli fino all’anno dell’autonomia (1926) l’istruzione elementare era limitata alle prime tre classi con circa un centinaio di scolari e tre soli insegnanti, mentre in relazione alla popolazione di circa 4000 abitanti gli scolari avrebbero dovuto essere circa 500 e gli insegnanti almeno 7-8. Le classi erano collocate in locali di fortuna poco idonei presi in fitto da privati, con notevole stipendio di denaro. Nel maggio del 1926 il Regio Ispettorato Scolastico della Circoscrizione di Lecce, sollecitò il podestà Raffaele Ostillio (1878-1940) a intervenire per migliorare la situazione del neonato comune; a cui si aggiunse poco dopo l’invito ad intervenire al più presto da parte del Direttore delle scuole elementari di Mesagne (forse competente nel Distretto) con una lettera di forte ispirazione politica a collaborare per l’applicazione della legge sull’istruzione 1925 n. 432 che prevedeva sanzioni e ammende non solo per i genitori ma anche per i datori di lavoro. Il podestà con lettera n. 490 del 29 maggio 1926 assicurò il Provveditore del suo interessamento informandolo di aver inviato al Regio Ispettorato scolastico l’elenco degli obbligati alla frequenza, auspicando che l’anno scolastico successivo si potesse aggiungere una nuova sezione di prima classe all’unica esistente. Inoltre, predispose l’adattamento di alcuni locali comunali abbandonati e deteriorati e con la spesa di ₤ 7.209 per opere murarie eseguite da Giuseppe Neglia (1888-1946) e di ₤ 951.80 per lavori in legno eseguiti da Paolo Chirulli (1890-1969), approntò nuove aule idonee all’uso rispetto alle precedenti ma che risultavano sempre fredde e male arredate.
Nel 1927 il 23 aprile, fu istituito il Patronato Scolastico presieduto dal segretario politico del Fascio Locale. Il numero degli alunni continuò ad aumentare. Nel 1928 gli iscritti raggiunsero la cifra di 241 divisi in due prime classi, in due seconde (di cui una maschile e una femminile e con doppio turno per mancanza di aule), una terza e una quarta miste e unificate. Mancava la quinta classe che nonostante la richiesta, non fu istituita per mancanza di fondi. A quegli alunni provvedevano solo quattro insegnanti mentre in rapporto alla popolazione scolastica avrebbero dovuto essere almeno nove.
Insegnanti
Nel 1931 ci fu un altro sollecito del Commissario Prefettizio al Comune di Villa Castelli per l’iscrizione obbligatoria alla scuola dei fanciulli da sei ai quattordici anni, per l’inottemperanza della quale era prevista una sanzione con un’ammenda di ₤ 300 e la denunzia all’autorità giudiziaria secondo l’art. 731 del Nuovo Codice Penale. Nel periodo fascista le scuole facevano gli ordini di materiali didattici occorrenti presso ditte accreditate dal regime: come la libreria del Littorio che aveva sede a Roma in Piazza Montecitorio n. 52, e per logo aveva l’immagine di un militare con alle spalle il fascio e sullo scudo il motto libro e moschetto, fascista perfetto (ant. 1927 di G. Fumagalli / anche Leo Longanesi). Anche gli arredi provenivano da ditte con notevoli referenze politiche come quello del prof. G. Pezzarossa di Bari.
Tratto dal volume “LA SCUOLA PRIMARIA A VILLA CASTELLI”
Tra XIX – XXI Sec.
Nel centro demico di Villa Castelli
Luigia Altavilla
ARTEBARIA
edizioni
2023
Nei recenti lavori, sono stati coperti i “murales” decisamente fuori contesto, presenti sulla parte posteriore dello stesso edificio?
Il muro del cortile non è stato ancora toccato. Non so cosa preveda il progetto.
Quei Murales risalgono al 2008.