Il mio saluto a Giuseppe, l’Architetto Caliandro.
Questo pomeriggio, alle 15:30, Villa Castelli darà l’ultimo saluto all’architetto Caliandro.
Io, il mio, gliel’ho dato, senza saperlo, qualche giorno prima della presentazione del suo ultimo libro.
L’ultima volta che ci siamo incontrati, eravamo a casa di nonna.
Le autografava una copia del libro, che aveva deciso di dedicare all’ amico Pietro.
Quando ho avuto l’onore di fare la sua conoscenza ero solo una bimba, nonno e Giuseppe erano inseparabili.
Erano un esempio di amicizia sincera e di ammirazione reciproca indiscutibile.
Ho passato pomeriggi interi, in loro compagnia, nell’ufficio della Pro Loco.
Ogni giorno potevo scoprire qualcosa di nuovo, ma nei miei ricordi di bambina, preferisco conservare gelosamente le serate passate insieme a giocare a tombola.
Crescendo, mi confondeva continuamente con zia Romina e si giustificava dicendo che col passare del tempo stavamo diventando identiche, non era colpa sua se cadeva in errore e poi, mi sorrideva.
Ogni nostro incontro, per anni, è iniziato sempre allo stesso modo con un: “Buon giorno Chantal, ma sai che, in realtà, una santa Chantal non esiste?
Esiste una santa Giovanna da Chantal, ma scommetto che, se ti comporti bene, magari, la prima santa con questo nome potresti essere proprio tu.”
In realtà, dubito fortemente che questo un giorno possa accadere, non sono e non siamo dei santi, ma quello che Giuseppe e nonno Pietro mi hanno insegnato è che tutti, nel nostro piccolo, possiamo fare qualcosa di grande per gli altri e per il nostro paese, servono solo tanta passione e tanta dedizione.
Grazie per aver fatto parte della mia vita.
Grazie per essere stati d’esempio.
Un saluto a voi, fin lassù.
Finalmente potete riabbracciarvi.
Con amore, la vostra (per niente santa), Chantal.
Foto di Gianni Valente.