Gabriele Cavallo: il genio musicale di casa nostra
È con grande entusiasmo che diamo il benvenuto alla seconda edizione della Rassegna Culturale “Una Piazza di Libri“, che si svolgerà nella nostra amata Villa Castelli. Questo evento di rilievo ci offre l’opportunità di immergerci nell’arte e nella cultura, e il protagonista indiscusso sarà uno dei nostri talenti locali: Gabriele Cavallo, eccezionale pianista e compositore.
Venerdì 23 Giugno, alle ore 20:00, la Sala Consiliare del Comune sarà il palcoscenico per la presentazione di “Dieci Preludi per pianoforte”, l’opera maestosa di Gabriele Cavallo. Le note avvolgeranno l’atmosfera, regalandoci un’esperienza coinvolgente e suggestiva. Questo evento è un imperdibile appuntamento per tutti gli amanti della musica e per coloro che desiderano lasciarsi trasportare nel magico mondo dei suoni e delle melodie.
Abbiamo avuto il privilegio di intervistare Gabriele Cavallo, che ha condiviso con noi il suo percorso artistico e le ispirazioni che hanno dato vita a “Dieci Preludi per pianoforte“.
Gabriele, puoi raccontarci cosa ti ha spinto a comporre la raccolta “Dieci Preludi per pianoforte” e come è nata l’idea di coinvolgere altri artisti nel progetto?
L’idea di una raccolta di Preludi per pianoforte mi fu proposta dal mio Maestro di Composizione, Riccardo Panfili. Era marzo del 2020 e svolgevamo attività didattica online. Un giorno durante una lezione gli presentai il primo preludio, lui apprezzò molto il mio stile e mi chiese di scriverne altri per le lezioni successive.
All’interno dei miei progetti cerco sempre di coinvolgere quanta più gente possibile, perché mi piace pensare ad essi come dei contenitori, all’interno dei quali possono incontrarsi diverse forme d’arte e diverse figure davvero professionali: dagli artisti che hanno realizzato la copertina e le illustrazioni ai pianisti che hanno interpretato i preludi in studio. Ognuno di loro ha lasciato un segno indelebile nel mio percorso artistico, e spero che questa esperienza abbia arricchito anche loro.
Qual è il significato che attribuisci ai preludi che compongono questa raccolta? C’è un filo conduttore o un tema comune che li lega?
Mi piace pensare ai Dieci Preludi come una galleria di quadretti, tutti diversi tra loro. Effettivamente non c’è un filo conduttore che li lega, se non il periodo in cui sono stati scritti, da marzo a settembre del 2020. Alcuni di loro riprendono in chiave moderna alcune forme compositive come il valzer, il corale, la fantasia, ma lo stile è assolutamente libero e sciolto dalle tradizioni. Ogni preludio nasce con una diversa ispirazione. In quel periodo venivo molto influenzato da ciò che vedevo oltre le finestre della mia camera da letto: passanti, vicini di casa, automobili, animali domestici. Erano anche i sentimenti di rabbia, malinconia, solitudine e impotenza a spingermi a comporre, in un periodo in cui il mio tempo scorreva molto più lentamente in confronto alla frenetica routine che caratterizzava le mie settimane (e che ora è tornata più forte di prima!)
Puoi descrivere il processo creativo che hai seguito nel comporre i preludi? C’è un approccio particolare che adotti quando componi per il pianoforte?
Il primo approccio che ho sempre con la composizione è l’improvvisazione. Mi siedo al pianoforte e inizio a suonare, finché sento che quelle idee possono essere sviluppate, arricchite, variate, spiegate in modo diverso. Il pianoforte è il mio compagno di vita, il prolungamento dei miei pensieri e dei miei sentimenti. A prescindere dal tipo di organico previsto dalle mie composizioni (duo, trio, ensemble, orchestra) parto sempre con l’ideazione delle singole parti al pianoforte, per poi passare all’arrangiamento. In questo caso ovviamente il processo è stato più immediato e veloce, perché suonando potevo già ascoltare una bozza del risultato finale.
Una volta definito un “tema” cerco di tracciare a mente un ideale percorso dell’intera composizione: in quale momento dovrò crescere di intensità, quale sarà il punto più alto, dove dovrò inserire dei cambi o delle modulazioni, ecc.. Dopo di che, mancano solo le note!
Il percorso creativo con i preludi è stato davvero intenso: il mio Maestro mi chiedeva di comporne almeno uno a settimana, e così in un paio di mesi avevo quasi chiuso la raccolta. Non smetterò mai di ringraziarlo per come mi ha spronato in quel periodo. Alcuni preludi sono stati semplici da comporre e mi hanno portato via solo un paio di giorni, altri invece hanno avuto mesi di gestazione prima di arrivare ad una versione definitiva. Una volta terminati, li inviavo sempre ai miei amici (musicisti e non) per ricevere consigli, suggerimenti, impressioni. Mi ha sempre interessato il parere degli ascoltatori, in fin dei conti sono i principali destinatari della musica.
Come hai selezionato gli artisti che hanno elaborato un progetto artistico basato su ciascun preludio? Quali erano le qualità o le caratteristiche che cercavi in loro?
Gli undici artisti sono tutti miei amici e amiche che ho incontrato e con i quali ho collaborato negli anni precedenti la composizione dei preludi. Mi sembrava doveroso renderli partecipi di questo progetto. Così come i preludi, anche loro sono diversi tra loro in quanto a stile, tecnica, creatività e strumenti a disposizione. Era proprio quello che cercavo per integrare al meglio la raccolta: la diversità del pensiero artistico. Ringrazio ancora Marika Nacci, Giulia D’Amico, Monica Venuti, Una Storia X (Antonio Giovane), Angela D’Urso, Giovanna Carlucci, Michele Vacca, Angelo Varliero, Denise Greco, Giulia Truppi e Mattia Neglia per il loro prezioso contributo a quest’opera.
Hai avuto l’opportunità di vedere le interpretazioni artistiche create dagli artisti per i tuoi preludi. Puoi spiegarci come è avvenuta la collaborazione con gli artisti che le hanno realizzate e qual è il loro contributo alla comprensione dei preludi? Cosa ti ha colpito di più in queste opere e quali emozioni hai provato nel vederle?
Ognuno di loro ha scelto autonomamente il preludio da rappresentare. Una volta scelti non ho detto loro cosa mi avesse ispirato, a cosa mi facessero pensare quelle note. Quando ho visto per la prima volta ognuna delle illustrazioni ero davvero stupito: non solo avevano capito il senso di quei suoni, erano riusciti ad integrarne ed amplificarne il significato con la loro arte. Sono incredibilmente soddisfatto di aver scelto di collaborare con loro ed entusiasta di promuovere i loro lavori tramite il mio libro. Se lo meritano davvero.
Anche il mio Editore Armelin, che mi ha pubblicato, è subito rimasto colpito dalla connessione tra l’arte figurativa e la musica, e abbiamo ragionato addirittura su quale carte utilizzare per la stampa dei libri che non penalizzasse il valore artistico delle illustrazioni.
Come ti senti nel presentare il tuo lavoro durante la Rassegna Culturale “Una Piazza di Libri”? Quali sono le aspettative che hai per questa presentazione?
Sono davvero entusiasta di presentare la Raccolta durante la Rassegna e di aprire la stagione estiva della stessa. Sarà un evento diverso dal solito, perché credo sia la prima volta che durante questa Rassegna venga pubblicizzato un libro “settoriale”. Non è un romanzo, un giallo, un’autobiografia. Anzi, considererei la Raccolta un diario di quei mesi trascorsi a comporre e studiare in camera. Sono davvero grato a Carmela Biondi per avermi proposto di potermi promuovere in questo spazio dedicato alla cultura.
Durante l’evento di presentazione, ci saranno anche interventi musicali e un’esposizione dei quadri dell’artista Enza Schiavoni. Puoi darci un’anteprima di cosa possiamo aspettarci da questi momenti?
Ho chiesto ad alcuni amici ed amiche di poter partecipare attivamente alla presentazione, suonando alcuni dei preludi. Ascolteremo al pianoforte, oltre a me, Simona Stefano e Sofia Toma, giovani promettenti pianiste studentesse presso il Conservatorio Nino Rota di Monopoli, che hanno abbracciato con passione il mio invito alla collaborazione per questo evento. Successivamente farò ascoltare al pubblico un’altra mia composizione, più recente rispetto ai preludi (composta in estate 2022), eseguita da un prezioso quintetto: Onofrio Fonzetti al flauto, Ilenia Legrottaglie al clarinetto, Simona Stefano al
pianoforte, Felice Intini al violino, Alicia Navarro Solano al violoncello. Il quintetto eseguirà questa mia composizione anche nelle prossime settimane in un concerto del nostro Conservatorio dedicato alle composizioni originali degli studenti. Ringrazio ancora questi meravigliosi ragazzi per aver accettato il mio invito a suonare la mia musica, per me questo è un gesto davvero ammirevole. Non è così comune che le composizioni di autori contemporanei vengano eseguite con così tanto entusiasmo.
Qual è il ruolo che Villa Castelli, il tuo luogo di origine, ha avuto nella tua formazione artistica e nella creazione di questa raccolta? In che modo la comunità locale è coinvolta nell’organizzazione dell’evento?
Ormai da quasi un anno sono Monopolitano d’adozione, perché vivo qui da circa dieci mesi e torno “in patria” poco spesso. Villa Castelli è il luogo dove ho mosso i primi passi da musicista e compositore. I Maestri Mino La Penna e Ciro Nacci mi hanno introdotto alla musica, in due modi differenti ma ugualmente interessanti. Grazie a loro ho sviluppato due delle caratteristiche che più mi contraddistinguono, ovvero la capacità di analizzare e la curiosità verso l’improvvisazione e l’ignoto. Questo mi ha permesso di navigare sin da subito nella composizione. Da quando ero un ragazzino ho sempre avuto voglia di comunicare le mie idee tramite la musica, e il pianoforte mi è sempre stato fedele in questo percorso. Parallelamente al mio percorso compositivo, a Villa Castelli ho iniziato la mia attività concertistica, sia con formazioni con le quali eseguivamo nostre composizioni, sia con amici che, notando la mia passione, mi hanno coinvolto nei loro progetti. Grazie a queste persone ho avuto modo di sperimentare cosa significa suonare in un ensemble, con tutti i lati positivi e negativi. Ho imparato a organizzare le prove, ad arrangiare dei brani (inediti o cover), a preparare concerti, a stare dietro ad un mixer, ho imparato ad ascoltare gli altri e capire come la mia parte doveva inserirsi all’interno di un contesto d’insieme. Sono cresciuto parecchio grazie a queste esperienze. Non smetterò mai di ringraziare i miei amici per le esperienze che abbiamo vissuto insieme.
Infine, quali sono i tuoi progetti futuri nel campo della composizione musicale? Hai in mente nuovi lavori o collaborazioni che vorresti realizzare?
Ci sono tante composizioni in cantiere! Purtroppo non sempre ho il tempo per svilupparle tutte ed in fretta, data la mia frenetica routine. Mi piace dedicarmici durante la domenica, il giorno in cui sono libero dalle lezioni. I lavori procedono a rilento, ma si fanno piccoli passi alla volta! Recentemente ho presentato il mio progetto presso il Tex, Teatro dell’exFadda, con una formazione inedita e che ha magistralmente interpretato i miei brani, mettendoci davvero l’anima. Negli scorsi mesi, inoltre, ho avuto modo di lavorare ad una mia composizione insieme ad un organico di venticinque persone, all’interno del Conservatorio. Ci siamo esibiti qualche giorno fa in un’audizione indetta dalla Direzione per la formazione di un Albo delle Eccellenze del Nino Rota, e devo dire che la commissione mi sembrava affascinata sia dalla mia composizione, sia dal modo in cui l’ensemble l’ha interpretata. In futuro spero di poter continuare a lavorare a questi progetti e continuare a scrivere musica, perché questo è l’unico modo che ho per lasciare la mia impronta e far viaggiare le mie idee.