Filomena Schiena relaziona sul divario di genere
Si è tenuto il 22 marzo, presso la Sala Universitaria di Palazzo Granafei Nervegna a Brindisi, un incontro organizzato dalla CGIL Brindisi sul tema divario di genere chiamato “In genere facciamo la differenza”.
A relazionare anche la nostra concittadina Filomena Schiena, Segretaria CGIL Brindisi.
L’Articolo 3 della costituzione,
guadagnato con fatica, con le lotte dei movimenti delle donne e dei sindacati, ancora oggi viene rispettato con affanno, in svariati contesti di vita quotidiana; uno su tutti è il contesto lavorativo.
La Segretaria Schiena afferma: “A partire dall’accesso al lavoro, è agire quotidiano purtroppo, che nel momento dell’assunzione o durante i colloqui alle donne venga richiesta, ad esempio, la bella presenza, se si è sposate, se si abbiano figli e se addirittura si preveda di farne”.
È inaccettabile nel 2022 sentire ancora ed essere sottoposti a questo tipo di domande e a pseudo colloqui di lavoro.
Non si può essere costretti a dover scegliere tra la famiglia o un’ occupazione.
Purtroppo, le donne sono ancora costrette a ad assistere a questo, ma dovremmo invece chiederci quante donne avranno la forza di reagire? E quante, invece, tollereranno in silenzio?
Sfortunatamente le difficoltà proseguono se parliamo di salario: esiste una disparità salariale tra uomo e donna in Italia, è un dato di fatto.
Eppure, potremmo anche annoverare due leggi che avrebbero dovuto cambiare la situazione:
la prima, varata Il 26 ottobre 2021 che ha come obiettivo èquello di combattere il divario retributivo creato dal genere e raggiungere così la parità salariale tra uomo e donna e la seconda, varata il 21 settembre 2021 dal consiglio regionale che regola le “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra i generi, il sostegno dell’occupazione e dell’imprenditoria femminile”.
Nonostante leggi e regolamenti possiamo però constatare, a malincuore, che ancora oggi, siamo costretti ad assistere a scene di ordinaria ingiustizia e ineguaglianza di genere.
L’ Italia si classifica, in Europa, 63esima su 156 paesi.
Una posizione, appunto, poco stimabile.
Come se non bastasse la pandemia non ha fatto altre che gravare ancor di più sulle problematiche già esistenti e acuire le disparità: donne con contratti a tempo determinato, chi ha lavorato da remoto, ecc…
Il dramma non riguarda solo il lavoro, esistono disparità anche sul tema delle pensioni percepite dagli uomini e dalle donne.
Una donna percepisce circa 6.000€ annue in meno rispetto ad un uomo ed effettivamente questo dato ci porta a riflettere e constatare che i suddetti dati sono la diretta conseguenza delle attività lavorative.
Con estremo disprezzo portiamo a galla anche il tema della violenza sul lavoro che può essere violenza psicologica, fisica o sessuale.
Le donne sono ancora costrette a subire denigrazione della loro figura nel lavoro appunto e nella società.
Avremo mai un “lieto fine”?
Cosa possiamo fare per opporci agli stereotipi di genere?
Filomena Schiena asserisce che innanzitutto bisogna parlare per demolire l’idea di stereotipi.
Comunicare nelle scuole, nel luoghi di lavoro, bisogna che affidiamo alle nuove generazioni un nuovo modello di società, senza disparità. Una nota positiva che ci da uno spiraglio di luce è che il PNRR (piano nazionale di ripresa e resilienza) colloca al centro le donne per una ripartenza dell’economia.
A questo punto il nostro appello va alle regioni, che gestiranno i progetti finanziati dal PNRR, che ci auguriamo pongano attenzione alla contrattazione di genere.