Emiliano senza credito si vende anche la primavera Pugliese. Area PD-SPE “Radicalità per Ricostruire-Puglia”
Riceviamo e condividiamo con tutti i lettori il comunicato del Partito Democratico di Villa Castelli.
La corrente cuperliana del Partito Democratico – Partito Socialista Europeo in Puglia protesta contro il civismo di Emiliano e la collusione con i popolari pugliesi di Forza Italia. Tra i sottoscrittori il dott. Benedetto Ligorio, referente di Radicalità per Ricostruire-Puglia e segretario di circolo del PD PSE di Villa Castelli. Si sfiora il ridicolo: il geniale Totò che vende la Fontana di Trevi ad un credulone faceva sorridere; un politico eletto in una coalizione di sinistra che appalta ad un gruppo avverso parte della giunta regionale getta discredito sui valori che dovrebbero caratterizzare chi amministra i beni pubblici che sono di tutti i cittadini. Occorre scindere nel più breve tempo possibile una collusione che sfocia nell’inconcludenza del pantano centrista, nel quale si muovono spesso elementi di dubbia qualità politica.
In questi giorni le decisioni di Emiliano stanno tenendo banco sulla scena politica pugliese.
Due assessorati importanti e fondamentali per il progetto politico che Emiliano aveva presentato durante la campagna elettorale. Assegnati a due figure tecniche come il virologo Lopalco e l’intellettuale Massimo Bray, personalità di livello e figure di eccellenza ecc. con tutta la retorica che accompagna questo tipo di indicazioni.
Liberati gli assessorati a causa delle dimissioni di Lopalco e Bray, Emiliano coglie l’occasione e consegna l’assessorato alla Sanità a Rocco Palese, spostando di fatto l’esecutivo a destra, e spacchetta l’assessorato di Massimo Bray assegnandolo a Gianfranco Lopane e alla consigliera di cinque stelle Grazia Di Bari. Con la nomina di Palese, assessore di punta dell’amministrazione Fitto, viene meno lo spauracchio sventolato da Emiliano durante la campagna elettorale per il quale l’elezione di Fitto avrebbe significato consegnare alla destra il governo della Puglia.
Ma ormai non c’è più alcuna differenza, da tempo ormai Emiliano ha abbandonato il progetto del centrosinistra tradendo l’elettorato che ci aveva creduto e per il quale era stato votato. Da diversi anni ormai il modello Emiliano, della grande ammucchiata politica, è diffuso su tutto il territorio e presentato come progetto politico. Un modello che attende di essere applicato per ogni dove, anche in quei territori dove ancora non è giunto ma in cui approderà con le prossime elezioni amministrative.
Viene liquidata così la Primavera Pugliese scivolando lentamente verso l’inverno dello scontento. Lo scontento di tutti coloro che fino ad oggi niente hanno fatto per contenere Emiliano. Ci riferiamo in particolare ai politici e ai dirigenti regionali, e territoriali, del PD pugliese, ma ancora di più ai consiglieri regionali che oggi levano gli scudi, più preoccupati per ciò che a loro viene sottratto e per gli spazi politici che gli vengono ridotti che non della sorte del nostro partito, dello svuotamento che il metodo Emiliano ha prodotto per ogni dove ormai da molto tempo. Circoli chiusi e militanza ormai ridotta a un lumicino. Dov’erano finora e cosa hanno fatto per evitare questo smottamento?
Il metodo Emiliano è quello del superamento della identità e della cultura del partito, funzione per il quale Letta è stato nominato segretario. La politica, secondo questo metodo, è considerato un mercato dove si acquistano esponenti di ogni genere politico, lontani dalla nostra cultura, con l’affidamento di cariche istituzionali. Senza che ciò comporti lo spostamento e il coinvolgimento dell’elettorato del centrodestra verso posizioni di centrosinistra. Altro obiettivo è lo svuotamento elettorale e di militanza del PD a favore del cosiddetto civismo (vedi la parabola di CON) che nulla a che fare con la cittadinanza attiva. Tutto ciò non è stato contrastato dal segretario regionale, dai consiglieri regionali e dai parlamentari pugliesi. Da tempo ormai le proposte che finora si stanno configurando non rappresentano il progetto dentro il quale il PD può riconoscersi. In un tempo in cui le difficoltà economiche e le disparità sociali mordono sempre di più non possiamo permetterci di rincorrere le facili vittorie e la presa del potere con le ammucchiate destra sinistra senza più alcuna distinzione.
L’area “Radicalità per Ricostruire” chiede fermamente che i nostri rappresentanti parlamentari e regionali decidano in maniera chiara e si schierino a difesa di questo partito e della sua mission. Chiediamo un intervento del segretario nazionale sulla situazione regionale e a caduta su tutte quelle provinciali che al momento non hanno più alcuna direzione. Auspicando che si apra quanto prima una discussione seria nel PD regionale che porti a una sorta di costituente regionale che ricostruisca completamente il partito dalle sue fondamenta.