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Elezioni 2020: quello che ho imparato

Il 20 e il 21 settembre siamo stati chiamati alle urne per votare il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari e per le elezioni regionali. Protagonisti di queste elezioni regionali, che hanno visto riconfermato il presidente Michele Emiliano, ben 4 nostri concittadini. Ma, ovviamente, non voglio parlarvi di loro (dato che sono di parte e non posso scrivere parolacce).Voglio parlarvi della mia esperienza, vissuta in prima linea nei seggi, da rappresentante di lista. Per non farmi mancare niente, ero presente in due seggi, uno per ogni scuola.

La prima cosa che balza all’occhio del comune elettore villacastellano, è l’enorme differenza tra “la scuola di sopra” e quella di “giú”. “Giù” non c’è mai troppa confusione, in tutti i seggi trovi gente allegra che scherza e ride amichevolmente, sono sempre stati tutti abituati ad un ambiente calmo, pacifico. 

Bene, se avete problemi d’ansia e uno scarso autocontrollo, vi consiglio vivamente di non mettere piedi nel plesso di via Matteotti. Si sa, la partita si gioca tutta lì: ore e ore di fila, aria pesante, gente nervosa come se quei voti fossero questione di vita o di morte, un po’ come se qualcuno stesse giocando tutte le sue proprietà ad azzardo.

Ma la cosa più preoccupante, non è questa (anche perché, cari lettori, io voto nella sezione 1 e poco mi importa dei vostri drammi da elettori). Ciò che mi ha preoccupata, e che dovrebbe preoccupare tutti è l’approccio alla politica delle nuove generazioni. Indecente. Astensionismo come parola d’ordine. A chi importa se i nostri avi hanno dato la vita affinché avessimo la possibilità di votare? Non a loro. Ho visto ragazzi poco più giovani di me votare per la prima volta, ragazzi che chiedevano se dovessero firmare la scheda che avevano appena votato, incapaci poi di richiuderla. A qualcuno risulta che il voto debba essere segreto? Sicuramente avranno capito a pieno il quesito posto dal referendum e avranno scelto con criterio da chi farsi rappresentare in regione. Chi siamo noi per metterlo in dubbio?


Di contro, però, ho visto tantissimi anziani pentirsi di non aver mai piegato le lenzuola con le loro mogli, l’esperienza gli sarebbe tornata utile per richiudere la scheda delle regionali, ho visto un uomo di 94 anni andare a votare con la stessa voglia che abbiamo noi paesani di andare ad ubriacarci a pranzo il 1° Ottobre. 

Sono i piccoli gesti, come apporre una x, che fanno la differenza e i nostri nonni lo sanno benissimo. La politica è vita, il nostro paese dipende dalle scelte che noi cittadini siamo chiamati a compiere. Non è un qualcosa di lontano ed astratto, è il nostro vivere quotidiano. Finché i più giovani non capiranno che il loro futuro è nelle loro stesse mani, non potremo andare avanti. A prescindere dai risultati elettorali, queste elezioni sono state perse da chi non ha ancora preso coscienza di quanto sia importante manifestare il proprio pensiero sempre e comunque, nel rispetto di tutti. 

Ragazzi, rifatevi alle prossime elezioni. Non deludeteci, informatevi, votate e votate con criterio. È tutto nelle vostre mani.

Chantal Ligorio

Sono Chantal, sono sarcastica e polemica, ma ho anche dei difetti. Classe '95. Nel 2020 ho creato questo blog con il proposito di promuovere Villa Castelli e farla sentire più vicina a chi è lontano da casa, ma soprattutto perché da piccola avrei voluto fare la giornalista, quindi ne ho approfittato. Mi sono laureata in giurisprudenza ed attualmente lavoro in ambito commerciale. Dal 2023 sono socia della Pro Loco e faccio tutto il possibile per valorizzare il nostro paesello.

2 pensieri riguardo “Elezioni 2020: quello che ho imparato

  • Almiento Anna Maria

    Grande Chantal.. Dialettica fluida.. Alleggerita da intelligente ironia.. Complimenti..

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