Il Carnevale Villacastellano: traini e carretti, tra un bicchiere di vino e cantastorie, fonda le sue origini più di 70 anni fa
In questo 2025, il Carnevale da poco terminato, è iniziato una settimana fa, giovedì scorso 27 febbraio e si è concluso due giorni fa, martedì 04 marzo. Un proverbio che deriva dall’antico latino associato a questa festività recita: “semel in anno licet insanire” che sta a significare: “una volta l’anno è lecito impazzire”. La stessa parola deriva dal latino “carnem levare” ovvero “eliminare la carne” in quanto in antichità si indicava l’ultimo banchetto prima del lungo perido di digiuno legato alla Quaresima. Il Carnevale fonda le sue radici nel mondo cattolico e cristiano, legato ai riti pagani. La ricorrenza trae le proprie origini dai Saturnali della Roma Antica o delle Feste Dionisiache del periodo classico greco.
Come è ben noto, il Carnevale ogni anno ha una data diversa perché dipende da quando cade la Santa Pasqua. Il periodo carnevalesco inizia la prima domenica delle nove che precedono quello pasquale. Si entra nel vivo della festa il giovedì grasso per poi concludersi il martedì grasso, giorno che precede il Mercoledì delle Ceneri.
Anche il fatto di trasversi in maschera trae le sue origini dai tempi più remoti. Secondo alcune fonti, il “travestimento” risale ai tempi degli egizi, dei romani e dei babilonesi. Riti, processioni e nel Medioevo anche lo “scemo del villaggio” poteva indossare la corona.
Una scolaresca mascherata nel cortile della scuola primaria “Don Lorenzo Milano” in Piazza Cav. Raffaele Ostilio. Anni ’50 probabilmente.
Ricordiamo Vito Errico “Curciul” al flauto, “Iannagrazj” e aiutateci voi per scrivere altri storici membri che ricordate e che avete conosciuto.
In Italia, da nord a sud, tra gli eventi più importanti ci sono: Venezia, Viareggio, Acireale, Sciacca e tanti altri minori. Sfilate tra colori, allegria e antiche tradizioni come la lavorazione della cartapesta e la battaglie delle arance.
In Puglia i più noti si svolgono nell’entroterra pugliese a Putignano (BA), nel Gargano a Manfredonia (FG), nel Salento a Gallipoli (LE) nel barese a Corato (BA), nel tarantino a Massafra (TA) e in paesi meno conosciuti come il nostro.
I più conosciuti nel mondo si tengono a Rio de Janeiro, Tenerife, New Orleans e in altri stati.
Quest’anno il nostro corteo mascherato si è tenuto in una sola data. Una Sfilata di Carri Allegorici e Gruppi Mascherati che a Villa Castelli si svolge da più di 70 anni, dagli anni ’50 ma sicuramente già dagli inizi del secolo scorso. Come testimoniato in alcuni scatti d’epoca esposti nella Mostra Fotografica permanente all’interno del Museo Archeologico dal 2012, quando in passato vi erano carretti e traini trainati da cavalli e accompagnati da suonatori di musica popolare e semplici maschere. Una nostra caratteristica era che ci si fermava davanti ai bar o cantine per bere del vino o liquore esponendo delle barzellette o stornelli. Filastrocche dialettali con rime baciate o alternate come se fossero dei giullare di corte. Tra gli organizzatori storici del Carnevale degli ultimi decenni (anni’ 80 e anni ’90 in particolar modo), ricordiamo: Giuseppe Urso “Peppe La Rossa” (ci ha fornito alcune informazioni), Angelo Dignazio, Pierino Palazzo, il Prof. Franco Nisi, associazioni, palestre e tanti altri…
La sera del martedi grasso, alla fine della sfilata, c’era “la morte del Carnevale” in cui si metteva in scena un funerale e si piangeva il “morto”, in questo caso il Carnevale, stressato dai festeggiamenti dei giorni precedenti. È una tradizione che ancora oggi è diffusa in molti luoghi.
Un altro personaggio simpatico che si vede appeso in molte viuzze dei centri storici (in passato anche da noi), è la “Quaremma”, la moglie del Carnevale. Il lungo periodo di Quaresima che ci porterà a vivere i Riti della Settimana Santa.
A partire dal mercoledì delle ceneri, come nella giornata di ieri e fino alla fine della Quaresima, in molti paesi pugliesi dislocati in Valle D’Itria e nel Salento, nella Grecìa Salentina in particolare, gli abitanti espongono vicino alla porta di casa un pupazzo raffigurante una vecchia trasandata, brutta e vestita di nero che secondo una vecchia leggenda, era sposata con “lu Paulinu”, personaggio Carnevalesco appartenente al folklore salentino.
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