I tre colli che circondano Villa Castelli: Monte Scotano, Monte Fellone e Monte Castello
Il Colle che vedete nell’immagine in prima pagina è Monte Scotano, il “monte” che è il più alto dell’intero Salento e permette un’ampia panoramica dallo Ionio all’Adriatico e per questo è detto “Balcone d’Oriente”; per la sua particolare posizione, ultimamente, gli abitanti del luogo hanno innalzato qui una croce luminosa ben visibile dalla sottostante pianura. Il luogo, inoltre, può essere considerato un manuale a cielo aperto: dalla lontana età del bronzo ai nostri giorni, dalle lucerne ad olio di età romana.- imperiale alla luce al neon del nostro tempo. La scoperta di recente nella grotta preistorica di numerose lucerne a olio fanno di monte Scotano il più antico luogo di culto, il primo in assoluto Spazio Sacro del vicinato.
Sembra forzato far rientrare il toponimo “Scotano” nel quadro delle concordanze toponomastiche con l’opposta sponda adriatica (Scutari in Albania). Il toponimo potrebbe derivare dalla pianta denominata “scotano” lat. mediev “scotanum” detta più comunemente “cotino” dal gr. kotinos , olivo selvatico, oppure oscuro. Esso, infatti, è stato da sempre “Osservatorio meteorologico naturale” per tutti gli agricoltori dei paesi vicini, foriero di pioggia sicura quando il suo cielo è oscuro. Nel corso dei millenni è stato la più grande “fineta” naturale tra le varie civiltà. Nell’antichità divideva il territorio dei Messapi da quelle della fiorente Taranto. Oggi da questo monte passa il limite di confine fra la provincia di Taranto e quella brindisina e ancora segna l’isoglossa la linea di demarcazione fra l’area dei dialetti baresi e quelli salentini (Coppola D., “La grotta cultuale di Monte Scotano ed i resti dell’insediamento antico” in “Murgia sotterranea”, bollettino del Gruppo Speleologico Martinese n. 1).
Queste informazioni tratte dal volume “LO SPAZIO SACRO”, Pietro Scialpi e prefazione di Mons. Giuseppe De Candia.
Il secondo colle di cui vi parliamo è Monte Fellone. Sorge insieme alla frazione di Specchia Tarantina sull’omonimo colle. È una frazione del comune di Martina Franca distante 15 km (in provincia di Taranto) e Villa Castelli distante 3 km (in provincia di Brindisi), in direzione Sud-Ovest ai piedi del colle è sita la Lama del Fullonese frazione del comune di Grottaglie distante 10 km. e a Est confina con Monte Scotano nel territorio di Ceglie Messapica.
Il Monte Fellone è un colle delle Murge meridionali che raggiunge un’altitudine di 350 m s.l.m. ed è parte integrante della soglia messapica che unisce la valle d’Itria e il Salento settentrionale. Il monte, situato al confine tra la provincia di Brindisi e quella di Taranto, comprende i territori delle frazioni di Specchia Tarantina, nel comune di Martina Franca, e di Monte Fellone nel comune di Villa Castelli. A nord-ovest vi si trova il Bosco delle Pianelle, parco comunale di Martina Franca; a est una porzione del suo territorio è compresa nel territorio di Ceglie Messapica.
La fauna è caratterizzata dalla presenza di lepri, volpi, ricci, pettirossi, falchi e diversi rapaci notturni (civetta, gufo, assiolo e barbagianni) oltre ad una folta comunità di pipistrelli (tra i quali, oltre alle specie più comuni, anche il Rhinolophus hipposideros, il Rhinolophus ferrumequinum e il Rhinolophus mehelyi famosi per la caratteristica capacità di Ecolocalizzazione). Questi piccoli e delicati mammiferi notturni, che trovano rifugio nelle numerose grotte del monte, si rivelano incredibilmente utili in quanto eliminano gli insetti nocivi per l’agricoltura e contribuiscono a mantenerne integro il fragile ecosistema naturale, oltre ad essere indice di un habitat incontaminato e ricco d’acqua.
La flora si compone di tratti di bosco e di macchia mediterranea dove cresce spontaneamente il fungo cardoncello, alternati a oliveti, mandorleti e vigneti tra cui il Verdeca, il Bianco d’Alessano ed il Primitivo Tarantino.
Grazie alla notevole altitudine rispetto al territorio circostante, in alcuni punti è possibile vedere, oltre ai comuni circostanti, in particolare Villa Castelli, anche il Castello di Oria, Taranto e parte del Mar Ionio.
I ritrovamenti (tra cui frammenti di ceramica impressa, incisa, graffita) della grotta Monte Fellone. oggetto di scavi archeologici negli anni sessanta testimoniano la presenza umana dall’epoca neolitica al IV secolo d.C. L’allevamento di cavalli risale, caso alquanto raro per il Sud Italia e quasi unico in Puglia, al neolitico. Il territorio che dista solo 500 m. da Specchia Tarantina in provincia di Taranto presenta numerose specchie, in corrispondenza del confine tra i territori messapi e tarantini.
Nell’ Alto Medioevo il Monte Fellone è stato sotto l’influenza dei Longobardi alternatisi all’autorità dell’Impero Romano d’Oriente e nel X secolo luogo di difesa contro l’invasione dei Saraceni come testimoniano le tracce di insediamento nella grotta Cuoco ed i vicini ritrovamenti in numismatici bizantini in località Pezza Petrosa confermando il legame del territorio con l’Impero Romano d’Oriente sotto la dinastia macedone ed il dominio dell’Imperatore bizantino Costantino VIII. I resti di alcuni grandi muri a secco potrebbero essere riportati alla presenza del Limitone dei greci sul monte. Nel IX secolo un gruppo di ebrei si aggrega all’insediamento sorto intorno alla Lama del Fullonese. Il toponimo (letterario) Fellone significa Ribelle e compare dal XIII secolo in riferimento al diritto medievale, sinonimo di rottura della fedeltà di vassallaggio tra sovrano e feudatario, o di rivolta del regnante nei confronti del pontefice. Nel XIII secolo difatti il monte rientra nelle proprietà di Glicerio de Persona signore delle Terre di Ceglie del Gualdo, di Mottola, di Soleto e del Casale di San Pietro in Galatina. Parteggiò per Corrado IV di Svevia figlio di Federico II di Svevia e Re di Sicilia contro gli angioini. Caduto anche Manfredi di Sicilia, l’ultimo degli Svevi, Carlo I d’Angiò ordina la cattura di Glicerio, che si era dato alla latitanza nelle campagne di Taranto dove fu catturato, condotto in carcere nel castello di Brindisi (insieme ai figli Gervasio, Giovanni e Perello) e subì infine il patibolo. I possedimenti che deteneva furono confiscati e ceduti ad Anselino de Toucy. Il monte ebbe una sorte diversa, fu difatti affidato, insieme al vasto territorio di Martina Franca, alla potente famiglia Caracciolo.
Tra la fine dell’Ottocento e primi del Novecento Montefellone, insieme alla vicina Specchia Tarantina, ebbe una forte espansione demografica ed economica, con la costruzione di numerosi muretti a secco e trulli. Vanta una lunga tradizione di musica popolare. Tra il 1902 ed il 1906 fu oggetto dei lavori di perforazione delle Murge, da Monte Plafagone a Monte Fellone, per convogliare le acque del fiume Sele.
Nel 1922 i voti degli abitanti furono determinanti per il raggiungimento della soglia di 4.000 elettori necessari all’autonomia del comune di Villa Castelli e fu sede della prima scuola elementare rurale dell’area. Tutt’oggi il suo territorio è diviso tra Martina Franca che ne detiene la maggior parte,Villa Castelli e Grottaglie.
L’ultimo colle e non per importanza è Monte Castello, il primo colle delle Murge del territorio della città di Villa Castelli. È alto 270 metri e dalla sua vetta è possibile individuare il porto di Taranto, distante 25 km, e la costa del Mare Ionio.
Sul Colle si sviluppa il centro del comune, originariamente di colore bianco per la pittura della fortificazione che lo sovrasta. È stato caratterizzato per la tutto l’Ottocento da numerosi trulli di tipo Valle d’Itria, di cui oggi rimangono alcuni importanti esemplari. Ospita anche la cappella del SS. Crocefisso.
Il Colle è delimitato dalla gravina che funge da fossato naturale. Profonda ben 20 metri è oggi Giardino botanico comunale ed è oggetto di importanti lavori di recupero e valorizzazione della macchia mediterranea.
Queste ultime informazioni sono tratte da Wikipedia.
L’immagine di copertina del 2012 è di Lino Chirulli.
La croce in legno, illuminata di notte, è stata realizzata da “Mimino Pantaloncino” ed è sormontata dalla colomba della Pace, che campeggia sul Montescotano (326 m.s.l.m.), dominando Villa Castelli e la Piana jonico-salentina.
Grazie a Pasquale Santoro (il tabaccaio di Via Kennedy) che l’ha voluta e l’ha eretta “ex voto” e “cum pecunia sua”!