Le fogge di Villa Castelli: Montescotano, Antoglia, del “Principe” ed Eredità
Strutturalmente la foggia era realizzata su base circolare mediante la realizzazione di uno scavo più o meno profondo (dai tre ai sei metri), che veniva interamente rivestito con murature poste a secco, alla stessa stregua dei muretti di contenimento e di recinzione.
Il letto della foggia veniva usualmente lasciato a fondo naturale in terra battuta o coperto con pietra calcarea situata a mo’ di pavimento.
Le fogge e le cisterne erano distribuite in numero abbastanza elevato su tutto il territorio di Villa Castelli, e qui di seguito si elencano quelle ancora esistenti e quelle purtroppo scomparse per mano dell’uomo.
Fogge e pozzi sono inoltre i punti di riferimento a toponimi di contrade e masserie, e fino a pochi decenni orsono anche di siti ricadenti nell’area peri-urbana ed urbana.
La foggia di via Ceglie, dove ora c’è l’Ufficio Postale (detta “del Principe” risalente all’epoca della dinastia degli Imperiali), corrisponde all’attuale Piazza Giubileo, nell’area compresa tra via Ceglie, via Abignente, via Giuseppe Parini e via Giosuè Carducci, dove confluivano le acque provenienti da una parte della contrada Parpullo, dall’agro di Martina Franca (c.da Montefellone) e di una parte della Contrada Montescotano a ridosso dell’abitato di Villa Castelli. Questa foggia è citata nella Guida Rossa del Touring Club d’Italia inizi del XX secolo. Già nel 1929 il sito era già ricolmato con provvedimento municipale. A partire dagli anni ’50 del secolo scorso, tale area è stata in buona parte occupata dalla sede stradale di via Abignente e in parte dell’impianto AGIP, ora dismesso.
La foggia di Montescotano, tuttora esistente ed ubicata lungo la via per Ceglie Messapica al Km. 0,500, che raccoglieva le acque piovane provenienti dalla contrada omonima ricadente lungo la direttrice stradale Villa Castelli – Ceglie Messapica; essa è parzialmente diruta e tuttora si ricolma d’acqua nei periodi di intensa piovosità; ha un diametro di 10 metri ed è profonda mt. 5; si presenta con tracce di boccali pensili all’interno, utili al prelievo dell’acqua anche per il bestiame.
La foggia dell’Antoglia (detta “lu vòtənə”), ancora in ottimo stato di conservazione, sorge in area pianeggiante e su un terreno argilloso semiimpermeabile, lungo la vicinale che da Villa Castelli conduce all’antica “Masseria Antoglia”, nella quale confluiva (e confluisce ancora) una parte delle acque piovane provenienti dall’abitato di Villa Castelli e delle contrade “Malecantone” e “Antoglia”. Ha un diametro di circa metri 10 ed una profondità di metri 5. Anche quest’area è di interesse archeologico.
La foggia dell’Eredità, detta “Acquaro Eredità”, situata nella omonima contrada, a circa quattro chilometri dall’abitato, che raccoglieva le acque meteoriche della stessa contrada Antoglia: – attualmente non ne esiste traccia, causa dei lavori di trasformazione agraria ad opera dei privati.
Informazioni tratte dall’opuscoletto “Villa Castelli – il Balcone dell’Alto Salento”, 2023, Angelo Giuseppe Chirulli
Gentile sig. Ligorio, vorrei segnalarle il sito http://www.wedap.it/rmit.html sulle origini di Pezza Petrosa e la collegata pagina sulla cartografia. Spero di avere un suo commento. Cordialità Antonio Perrone
Gentile sig. Perrone, la ringrazio anticipatamente per quello che mi ha segnalato.
La freccia del percorso indica proprio la località di Pezza Petrosa, come si è sempre detto, la Rudiae Tarantina, patria del primo poeta latino, Quinto Ennio…
Grazie per l’interessamento. Lei da dove ci scrive?
Cordiali saluti
Gentile signor Ligorio,
le scrivo da Grottaglie dove vivo.
nel sito che le ho segnalato ci sono i miei recapiti.
Cordialità
Gentile Signor Perrone,
può inviarmi il suo recapito telefonico?
Cordiali saluti