Adolescenti e alcool
E’ sabato sera, genitori a casa e ragazzi in giro. Corso deserto, piazza vuota, gli anni della “passeggiata abbasc” non esistono più e molti adolescenti, oramai, raggiungono i paesi limitrofi con l’autobus per uscire. A Villa Castelli sono rimasti pochi gruppetti, si conoscono tutti, sono gli stessi che la mattina si incontrano a scuola media e che tramite i gruppi Whatsapp si danno appuntamento per vedersi al “campetto”, nuovo luogo di aggregazione vicino al cimitero. Nel percorso dalla Chiesa al Campetto, attraversando il corso, incontrano due distributori automatici di bevande e una decina di bar, null’altro e bevono.
Da un questionario somministrato ai ragazzi della scuola media “Dante Alighieri” di Villa Castelli qualche anno fa e pubblicato sul libro “Il Gioco della bottiglia” di Alessandra Di Pietro, su un totale di 274 ragazzi intervistati, 151 di loro hanno già bevuto, alcuni a partire dall’età di 12 anni. Dove reperiscono l’alcool? Buona parte riferisce di procurarselo al bar e al supermercato, considerati come luoghi in cui non vengono effettuati controlli. Può sembrare che si stiano sciorinando numeri senza senso ma si tratta dei nostri figli, dei figli di Villa Castelli.
Da una ricerca effettuata dall’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool, su un campione di 1982 studenti di terza media di tutta Italia, invece, si evince che le motivazioni che spingono il giovane adolescente a bere, vanno ricercate nella necessità di adeguarsi al gruppo, per divertirsi e per dimenticare i problemi.
Seppur la cultura italiana, nella stragrande maggioranza dei casi, tollera che un minore faccia il suo debutto alcolico durante i pasti in famiglia, ciò non giustifica la facilità con cui i ragazzi riescono a reperire bevande alcoliche. Se i genitori hanno responsabilità personale circa l’educazione dei figli, altrettanto gli esercizi commerciali, bar, supermercati e distributori automatici, hanno il dovere di rispettare la legge e seguirne le prescrizioni. E’ noto infatti il divieto di vendita di bevande alcoliche ai minori di 18 anni e il divieto di somministrazione ai minori di 16, permane l’obbligo di richiedere la carta di identità. Le pene contro gli esercizi commerciali che dovessero contravvenire a queste imposizioni vanno da sanzioni amministrative pecuniarie, sospensione dell’attività o reclusione.
Ora, valutati questi aspetti, una domanda rimane. Chi, con cognizione di causa, procura bottiglie di prosecco a ragazzine che si nascondono dietro la Casa Comunale per bere e per poi vomitare nelle vie del centro storico?La responsabilità è collettiva.
Il problema dell’abuso di alcolici nell’età adolescenziale è spesso ignorato o classificato di second’ordine rispetto a quello dell’uso di sostanze psicotrope.
La facilità di reperimento e il costo relativamente contenuto degli alcolici, rendono particolarmente subdolo l’utilizzo dell’alcol anche in considerazione del fatto che, oltre alle conseguenze fisiche deleterie, crea una dipendenza assai più marcata rispetto a quelle che crea l’uso delle droghe più comuni.
Oltre ad insistere sul divieto di vendita degli alcolici ai minori che può essere agevolmente superato, credo che le famiglie, rappresentino, al solito, un margine al fenomeno.