A distanza di 10 anni ritorna la Festa in onore di “Santu Gir” – Compatrono di Villa Castelli
Come avete potuto notare la locadina diffusa tramite i social in questi giorni, Villa Castelli ritorna a commemorare questo Santo a distanza di ben 10 anni.
Ecco a voi il programma civile e religioso in occasione dei Solenni Festeggiamenti in onore del nostro Compatrono San Ciro: medico, eremita e martire.
Si inizia giovedì 1, venerdì 2 e sabato 3 febbraio 2024 con il Solenne Triduo di predicazione e preghiera e ogni sera alle ore 18:00 la celebrazione della Santa Messa.
Sabato 3 febbraio, giorno che anticipa la Festa, ci sarà alle ore 20:00, ritorna come da tradizione l’accensione della Focara in via Kalivia, nel lotto antistante il Parco Madre Teresa di Calcutta.
Domenica 4 febbraio, giorno dei Festeggiamenti, si inizia alle ore 7:30 con la prima Santa Messa. Subito dopo dalle 8:30 alle ore 12:00 con la donazione del sangue a cura dell’Avis di Villa Castelli.
Sempre a partire dalle ore 8:30 sparo dei colpi scuri e alle ore 10:00 celebrazione della Solenne Santa Messa. Al termine, dalle ore 11:00 Solenne Processione per alcune vie del paese con il simulacro ligneo di San Ciro, venerato nella Chiesa Matrice San Vincenzo de’ Paoli. (Il percorso sarà: via Margherita di Savoia, via Ceglie, via Dante Alighieri, via Giacomo Matteotti, via IV Novembre, via San Giuseppe, via Guglielmo Marconi, via Fratelli Bandiera, Piazza Municipio e Corso Vittorio Emanuele II).
Una volta giunti in Piazza Municipio, intorno alle ore 12:00 ci sarà la benedizione dei medici, infermieri e operatori socio sanitari da parte del Parroco Don Antonio Andriulo.
I Solenni Festeggiamenti termineranno con l’ultima Solenne Santa Messa delle ore 19:00.
Ora riportiamo alcuni cenni storici su questa festa che ci lega tanto alla vicina Grottaglie così come avviene con Francavilla Fontana per la Madonna della Fontana. San Ciro viene festeggiato anche in Campania, a Nocera Inferiore, in Sicilia, a Marineo e in altre città del sud Italia. Nella Città delle Ceramiche i festeggiamenti avvengono gli ultimi due giorni di gennaio anche se iniziano ufficialmente una settimana prima con la traslazione dell’immagine dalla Chiesa di San Francesco di Paola “Paolotti” alla Chiesa Matrice dove è conservato il simulacro in oro all’interno del Cappellone. La sera del 30 gennaio viene accesa la “FOCRA” che negli ultimi anni ha preso una forma piramidale crescendo in altezza tanto da diventare uno dei falò più grandi del Mediterraneo e d’Europa, assieme alla Focara di Novoli. Sono eventi legati al fuoco così come avviene a San Marzano di San Giuseppe (TA) per San Giuseppe, a Castellana Grotte (BA) con le “fanove” e in tanti altri borghi salentini. Il giorno principale è il 31 gennaio quando durante il corteo religioso, numerosi fedeli camminano scalzi portando la statua in giro per le vie del centro storico e della zona nuova. Il tutto termina con la terza e ultima processione agli inizi del mese successivo.
La prima domenica di febbraio nel nostro paese si è sempre festeggiato San Ciro: medico, eremita e martire.
Sin dal passato i villacastellani sono legati alla storia di questo Santo sopratutto perché il 31 Gennaio 1952, esattamente 72 anni fa, durante la processione in occasione dei Solenni Festeggiamenti in onore di San Ciro che assieme alla Madonna della Mutata e San Francesco de Geronimo è uno dei tre Patroni di Grottaglie, un bambino di cognome Ligorio o Sussa fu miracolato.
Per queste motivazioni tra i due comuni ci sono stati sempre dei momenti di pellegrinaggio.
A Villa Castelli sono conservati due simulacri che lo raffigurano. Quello in cartapesta è opera del maestro cartapestaio Salvatore Bruno (Lecce 1893 – Bari 1987), collocato in una nicchia della Chiesa Vecchia mentre il simulacro proveniente dalle botteghe del Trentino Alto Adige, in legno di Ortisei (BZ), è datato al 1968 ed è venerato nella Chiesa Matrice.
Negli anni ’50 alcuni cittadini come Antonio Giovane, soprannominato “Lu Caccà” e successivamente Oronzo Filomeno “Lu Pignater” portarono questo culto nella nostra comunità. Il simulacro in cartapesta è a devozione di Antonio Giovane – anno 1957 come riportato sulla base.
Durante gli anni ’60-’70-’80 si svolgeva una sorta di “gara” tra chi realizzava il falò più grande nei vari rioni del paese, subito dopo si accendeva la grande Pira in via Kalivia e recentemente sulla via provinciale per Francavilla – zona artigianale.
La Festa era organizzata grazie alla collaborazione di medici e infermieri di Villa Castelli.
Ciro di Alessandria nacque ad Alessandria d’Egitto nel III secolo d.C e morì a Canopo il 31 gennaio 303 d.C. Fu martire nel IV secolo ed è venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Un santo africano che svolgeva la professione di medico. Convertitosi al Cristianesimo fu bruciato nella pece durante la persecuzione sanguinosa di Diocleziano. Le sue reliquie furono portate da mercanti alessandrini prima a Roma e nel XVII sec. furono traslate a Napoli, presso la chiesa del Gesu’ Nuovo. Il suo culto fu introdotto a Grottaglie dal concittadino San Francesco de Geronimo.
Ecco delle informazioni riguardanti il miracolo tratte dal Prof. Elio Francescone di Grottaglie e da cui abbiamo preso alcune parti: “La storica e suggestiva foto di Nino de Vincentis (scomparso da poco), maestro indiscusso del chiaroscuro fotografico e dell’obiettivo, tratta dal suo prezioso archivio storico, evidenzia, con maestria, volti e cose in un’atmosfera al di fuori del tempo e dello spazio. Corre l’anno del Signore 1952, 31 gennaio, in una Grottaglie povera ed agricola, in cui le parole “lavoro e sacrificio” la fanno da padrone. Siamo in Piazza Regina Margherita (sull’estrema sinistra, parte dell’insegna del Bar Impero e successivamente la trattoria/albergo) ed avanza la processione di San Ciro: il piccolo miracolato, con la veste del santo, è tenuto alla mano della madre, il padre segue con un altro bambino (notate il frugale cappottino e le gambine scoperte), probabilmente il fratellino. Soffermatevi sui due visi in primo piano: la mamma e il figlio miracolato. Sui loro volti tutto lo stupore, la speranza, la fede, la religiosità, la semplicità di una comunità che cercava di vivere o di sopravvivere con quel poco che aveva da mettere sotto i denti… Secondo le cronache locali dell’epoca, è il primo miracolo che la fede popolare attribuisce al Santo di Alessandria”.
Si ringrazia per gli scatti alle statue l’amica grottagliese, Carmela Caiazzo.