80 anni fa la tragedia della “Befana di Fuoco” che colpì la nostra città, era il 6 gennaio 1944
La festa dell’Epifania del 6 gennaio 1944 segnò per sempre la nostra comunità perché fu colpita da un immane tragedia, una sciagura. Il paese, avvolto da una fittissima nebbia, alle ore 5,45 fu svegliato e sconvolto dalla caduta di un aereo polacco proveniente da est, che spezzatosi in più tronconi si abbatté sul caseggiato sito alla via principale di Villa Castelli, la “sdrada dret”, Corso Vittorio Emanuele II n° 142 angolo via della Pace-Piazza Maggi, vicinissimo alla Chiesa Madre eretta da pochi anni e seppellendo nelle macerie sei componenti della famiglia Gioia.
Sotto le macerie del palazzo rimasero uccise 5 persone, tutte componenti della famiglia Gioia. L’unica sopravvissuta, rimasta ferita, fu Comasia Fontana Chirulli, casalinga, di 71 anni, moglie del capofamiglia Pantaleone Gioia. Fu estratta dalle macerie dopo due giorni perché si salvò fortunatamente da un armadio. A causa delle gravi ferite, morì due anni dopo, il 17 maggio 1948.
Le sorti più drammatiche furono quelle che riguardarono gli uomini dell’equipaggio del Liberator B III GR “T” No. BZ 949 comandato dal capitano Paszkiewicz, che non riuscì a riconoscere in Polonia la struttura di ricezione del suo carico. Durante il tragitto di ritorno in Italia, verso l’aeroporto di Campo Casale, le condizioni meteorologiche a causa della forte pioggia non permisero di riconoscere la pista. Si interruppe anche il sistema elettrico di illuminazione.
Probabilmente a causa della necessità di atterrare presso il Campo di Aviazione di Grottaglie a circa 40 km da Brindisi, l’aereo finì per schiantarsi contro l’abitazione sita al centro del Comune di Villa Castelli. Oltre alla scarsa visibilità, lo schianto dipese anche dal fatto che il carico pesante delle armi presenti nei vassoi che non furono sganciati sull’obiettivo in Polonia, non consentirono di tenere la quota.
In foto i caduti dell’equipaggio degli aerei precipitati in Villa Castelli e Brindisi il 6 gennaio 1944 sepolti nel cimitero polacco di Casamassima (BA). Ci fu un unico superstite, ferito nella caduta dell’aereo in Brindisi.
In Piazza Maggi è posta una lapide in onore dei caduti polacchi e delle vittime della famiglia Gioia. Quasi 10 anni fa, Il 25 aprile 2014, nel 70° anniversario dello schianto, l’Amministrazione Comunale fece realizzare ed affigere sulla facciata della Casa degli Anziani sita in Piazza Maggi, luogo della tragedia, una targa a ricordo del tragico evento, alla presenza di tutto il popolo.
Sulla lapide è inciso: “VILLA CASTELLI 1944 6 GENNAIO 2014 Alle prime luci dell’Epifania di 70 anni alle ore 5.45, il paese, avvolto in una fitta nebbia, fu svegliato da un fragoroso boato con scoppio di bombe. Un quadrimotore da guerra polacco, B-24 Liberator BZ949 GT-T, proveniente da una missione in Polonia si abbattè violentemente in questo luogo demolendo la casa della famiglia GIOIA.
Morirono sotto le macerie:
GIOIA PANTALEONE fu Rocco classe 1869 di anni 74, calzolaio
GIOIA MARIA FONTANA fu Rocco ” 1872 di 71, tessitrice
GIOIA MARIA ADDOLORATA fu Rocco ” 1878 di ” 65, tessitrice
GIOIA ARCANGELA di Pantaleone ” 1902 di ” 41, tessitrice
GIOIA POMPEA LUIGIA di Pantaleone ” 1918 di ” 25, donna di casa
L’unica sopravvissuta CHIRULLI Comasia Fontana nata il 1877, moglie di GIOIA Pantaleone, protetta da un armadio venne estratta due giorni dopo.
Si spense il 1948.
Caduti dell’equipaggio polacco:
Cap. Pilota DUNSKI ZYGMUNT classe 1921 di anni 23
Pilota in 2^ OLKIEWICZ FRANCISZEK ” 1920 di ” 24
Cap. Navigatore PASZKIEWICZ WITOLD ” 1899 di ” 24
Cap. Navigatore DOMARADZKI TADEUSZ JOZEF ” 1902 di ” 42
Radio operatore HALIK PIOTR ” 1919 di ” 25
Meccanico MARCHWICKI JOZEF ” 1912 di ” 32
Tiratore BUCKO JULIAN ” 1909 di ” 35
Tiratore MAGDZIAREK STEFAN ” 1920 di ” 24
AMMINISTRAZIONE COMUNALE POSE A PERENNE RICORDO NEL GIORNO DELLA LIBERAZIONE IL 25 APRILE 2014
RICERCA A CURA DELLA PRO LOCO”.
Questo triste episodio, nel giorno dell’80° anniversario, è ricordato ancora oggi con tanta commozione dai bambini dell’epoca, oggi ultraottantenni e ultranovantenni.
In foto la casa ricostruita dopo la distribuzione, a seguito della caduta dell’aereo.