Continuano i furti di fiori e piante nel cimitero di Villa Castelli.
“E’ spregevole quanto sta succedendo nel nostro cimitero… chi dovrebbe sorvegliare è possibile che non si accorga di tanto degrado? ”
Questo è uno dei tanti messaggi che riceviamo ormai da diverso tempo nella nostra casella di posta elettronica.
Già nell’ormai lontano 2020 avevamo scritto dei continui furti di fiori nel cimitero, a seguito di un altra segnalazione di una nostra assidua lettrice.
Negli anni però la situazione non è migliorata, anzi sembra che le razzie e gli atti di vandalismo siano addirittura aumentati negli ultimi tempi.
C’è la crisi e la povertà è in crescita costante, questo è un dato di fatto.
C’è anche tanta, tantissima inciviltà e di pari passo si aggrava il fenomeno miserevole del furto di fiori sulle tombe nel camposanto.
Probabilmente sono questi gli elementi di fatti così biasimevoli.
Sottraggono vasi e fiori dalle tombe altrui e con ogni probabilità li spostano su quelle dei propri defunti. Ormai si è arrivati a tanto.
Ora però vogliamo spiegare cosa rischia chi ruba i fiori al cimitero e lo faremo analizzando una sentenza della Cassazione.
La polizia aveva sorpreso, grazie alla telecamera di videosorveglianza, un uomo mentre danneggiava di notte fiori e piante su una tomba, per poi rubare e rimuovere anche il cero lasciato dai familiari dei defunti.
Comportamenti di questo tipo costituiscono reato, in particolare quello di violazione di sepolcro.
La violazione di sepolcro è punita dall’articolo 407 del codice penale con la reclusione da 1 a 5 anni.
Chi ruba fiori, piante, ceri, incensi e quant’altro serve ad arredare la tomba, l’urna o la cappella di un defunto può quindi essere denunciato e punito penalmente.