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In un mondo di repressione e ribellione, noi rispondiamo con l’astensione

Oggi voglio raccontarvi una storia.

Una storia che si sta consumando proprio in questi giorni a migliaia di chilometri di distanza dalla nostra Villa Castelli, ma che ci dovrebbe tanto far pensare alla deriva che l’Italia, tutta, sta prendendo passando anche per la nostra comunità.

Una storia crudele, drammatica, struggente.
Una storia di non tolleranza, una storia fatta di lotte, attivismo e partecipazione.

Oggi vi voglio raccontare la storia di Mahsa Amini.

Mahsa Amini, per gli amici Zina, era una giovane ventiduenne residente a Saqqez, nella provincia del Kurdistan.

Zina si era recata in vacanza a Teheran con la sua famiglia, dove venne arrestata il 13 settembre all’ingresso dell’autostrada Haqqani dalle “Guidance Patrol”, la polizia morale iraniana, mentre era in compagnia di suo fratello Kiaresh.

Mahsa Amini fu arrestata a causa della mancata osservanza della legge sull’obbligo del velo.

Dopo essere stata arrestata per aver indossato l’hijab in modo non adeguato e condotta presso una stazione di polizia, la giovane è in seguito deceduta in circostanze sospette il 16 settembre, dopo 3 giorni di coma.
Lungi da me a voler strumentalizzare il caso di Mahsa Amini per analizzare i risultati elettorali, ma …. bisogna partire da qui.

A seguito della morte della giovanissima Zina, in tutto il mondo, migliaia di persone si sono riunite nelle piazze a manifestare.

La morte di Mahsa Amini è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso ed ha fatto sì che, nonostante il governo abbia giocato la carta della repressione, in migliaia stiano manifestando il loro sdegno.

A pochi giorni di distanza da quel tragico 16 settembre, in Italia, si vota per il rinnovo del Senato e della Camera.

Il risultato, a seguito dello spoglio elettorale è degno di un film horror.

In Italia, e la nostra comunità non è da meno, a vincere è il partito dell’astensionismo. Il partito della non partecipazione, il partito del menefreghismo.

L’affluenza a Villa Castelli è stata pari a 58%.

Starò dicendo un’ovvietà, ma recarsi nel proprio seggio elettorale è dare il proprio voto per decidere il taglio che il proprio paese avrà per i prossimi 5 anni è secondo me il massimo esercizio di democrazia.

E mentre in Iran, nonostante il pericolo concreto di perdere la vita, la gente scende in piazza e manifesta il proprio sdegno per la morte della giovanissima Mahsa Amini e nei confronti di una politica retrograda, da noi preferiamo l’immobilismo.

Preferiamo restare a casa, preferiamo non partecipare, preferiamo subire per poi lamentarci sempre e comunque dell’attuale classe politica.

Ai posteri l’ardua sentenza, ma la deriva che la nostra comunità sta prendendo a me sinceramente mette tanta angoscia.

Emanuele Rosato

Ciao! Sono Emanuele Rosato, giornalista mesagnese di nascita ma ormai trapiantato a Villa Castelli dal 2016. Sono appassionato di tecnologia, comunicazione e tradizioni, ma anche molto attento ai temi sindacali, alla tutela degli invisibili, all'ambiente, alla natura e alla rivoluzione green. Credo che sia importante dare voce a chi non ha voce e lottare per una società più equa e sostenibile. Nel mio giornale, condivido le mie riflessioni su questi temi e su molti altri. Ti invito a seguirlo per scoprire di più e unirti a me nella missione di costruire un mondo migliore per tutti.

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