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5G a Villa Castelli: L’antenna della discordia e l’ipocrisia social

Villa Castelli torna al centro del dibattito per la tecnologia 5G, con l’installazione di una seconda antenna che ha scatenato un’ondata di commenti sui social network. A fare da eco a discussioni già viste, gli utenti si dividono tra chi denuncia presunti rischi per la salute, chi critica il paesaggio “deturpato” e chi evoca scenari di controllo globale. Una polemica accesa, eppure permeata da un’ironia sottile: gran parte delle proteste avviene tramite smartphone e piattaforme digitali che traggono linfa proprio dalle tecnologie che si contestano.

L’incoerenza di fondo di queste polemiche non può passare inosservata. Lo smartphone da cui si  posta indignazione è lo stesso strumento che sfrutta reti sempre più veloci e performanti per funzionare al meglio. Senza un’infrastruttura come il 5G, molte delle comodità digitali – dalla visione di video in streaming alla telemedicina, passando per applicazioni di emergenza e navigazione – semplicemente non esisterebbero o funzionerebbero in modo limitato.

Non si tratta, beninteso, di negare la necessità di vigilare sugli aspetti legati alla salute pubblica e all’impatto ambientale. Ogni nuova tecnologia richiede approfondimenti scientifici e monitoraggi costanti per garantire sicurezza e sostenibilità. Ma è altrettanto importante riflettere su come la società si confronta con il progresso: da una parte si chiede di essere sempre più connessi, veloci e competitivi, dall’altra si demonizza ciò che rende possibile questa stessa modernità.

Il 5G rappresenta una rivoluzione che va oltre la velocità di download: è un’infrastruttura su cui si poggerà la nostra vita quotidiana nei prossimi decenni, dai trasporti intelligenti ai servizi pubblici digitali. Sminuire il dibattito a un semplice “pro o contro” rischia di essere miope. Il vero tema dovrebbe essere come integrare questa tecnologia nel rispetto della collettività, mantenendo alta l’attenzione su eventuali rischi ma senza cadere in contraddizioni.

In fondo, chi oggi grida “No al 5G” spesso lo fa connesso a una rete che senza innovazioni come queste non avrebbe né la stabilità né la capillarità che diamo ormai per scontate. E allora, forse, la prima vera rivoluzione deve partire dalla consapevolezza: quella di utilizzare strumenti che chiediamo di migliorare, senza però ostacolarne l’evoluzione in nome di paure spesso prive di solide basi.

Le antenne 5G possono anche essere motivo di confronto, ma ciò che non dovremmo permettere è che diventino il simbolo di un dibattito sterile, fatto più di slogan che di argomentazioni. Perché, altrimenti, a Villa Castelli l’unico segnale davvero debole rischia di essere quello del buon senso.

Emanuele Rosato

Ciao! Sono Emanuele Rosato, giornalista mesagnese di nascita ma ormai trapiantato a Villa Castelli dal 2016. Sono appassionato di tecnologia, comunicazione e tradizioni, ma anche molto attento ai temi sindacali, alla tutela degli invisibili, all'ambiente, alla natura e alla rivoluzione green. Credo che sia importante dare voce a chi non ha voce e lottare per una società più equa e sostenibile. Nel mio giornale, condivido le mie riflessioni su questi temi e su molti altri. Ti invito a seguirlo per scoprire di più e unirti a me nella missione di costruire un mondo migliore per tutti.

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